mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
31 Gennaio 2014

TOSSICITÀ E ‘OUTCOME’ NEI PAZIENTI CON MELANOMA METASTATICO TRATTATI CON IPILIMUMAB E INIBITORI DI BRAF

Ipilimumab e gli inibitori di BRAF (BRAFi) sono stati approvati per il trattamento del melanoma metastatico con mutazione BRAF, tuttavia esistono dati limitati sui pazienti che hanno ricevuto entrambi i farmaci. I ricercatori della University of Texas, MD Anderson Cancer Center di Houston, hanno condotto una revisione retrospettiva sulle caratteristiche dei pazienti prima del trattamento, sulle tossicità correlate al trattamento e sugli ‘outcome’ nei pazienti con melanoma metastatico che hanno ricevuto sia ipilimumab che BRAFi durante il decorso della malattia. Lo studio pubblicato sulla rivista Pigment Cell & Melanoma Research è stato presentato lo scorso novembre al Congresso della Society for Melanoma Research di Filadelfia. In totale, 32 pazienti hanno ricevuto ipilimumab prima di un BRAFi (30 vemurafenib e 2 dabrafenib) (I > B) e 17 sono stati trattati prima con un BRAFi (9 vemurafenib e 8 dabrafenib) seguito da ipilimumab (B > I). Il follow-up mediano è durato 2,08 anni per il primo gruppo e 1,14 anni per il secondo gruppo. L’età mediana all’inizio della terapia era 54,7 anni nei pazienti che hanno ricevuto I > B e 43,1 in quelli trattati con B > I (p = 0,08). Il 53% dei pazienti nel gruppo I > B e il 36% di quelli nel gruppo B > I non era stato sottoposto a terapia sistemica per il melanoma metastatico (p = 0,37). Nello studio non è stata osservata differenza significativa, tra i due gruppi di pazienti, in termini di stadio M della malattia (p = 1,00) o del livello di lattato deidrogenasi (LDH) > a ULN (limite superiore del normale; p = 0,16), prima del trattamento. Durante la terapia con ipilimumab, un maggior numero di pazienti trattati con I > B ha ricevuto tutte le 4 dosi di induzione di ipilimumab (74 vs 38%; p = 0,03), ma non è stata osservata differenza significativa sull’incidenza di epatotossicità (p = 1,0) o di qualsiasi tossicità (p = 0,46) che richiedesse steroidi o cambiamento/interruzione del trattamento. Ipilimumab è stato interrotto anticipatamente (< 4 dosi), per progressione della malattia, più frequentemente nei pazienti trattati con B > I (53%) rispetto a quelli trattati con I > B (13%; p = 0,009) ed è stato osservato un trend di sopravvivenza libera da progressione (PFS) più breve durante il trattamento con ipilimumab nei pazienti che hanno ricevuto B > I, rispetto al gruppo di pazienti trattati con I > B (mediana 1,5 vs 3,2 mesi; HR 1,87; p = 0,06). Durante il trattamento con BRAFi, non è stata osservata differenza significativa sull’incidenza di qualsiasi tossicità che richiedesse steroidi o cambiamento/interruzione del trattamento (p = 0,14), ma un maggior numero di pazienti trattati con I > B ha dovuto ridurre la dose di BRAFi entro 2 mesi rispetto a quelli trattati con B > I (47 vs 19%; p = 0,06). È stato infine osservato un trend di PFS migliore durante trattamento con BRAFi nei pazienti trattati con I > B, rispetto a quelli che hanno ricevuto B > I (mediana 8,5 vs 3,7 mesi; HR 0,55; p = 0,06). In conclusione, i pazienti trattati con ipilimumab prima di un inibitore di BRAF avevano maggiori probabilità di ricevere tutte le 4 dosi di ipilimumab e hanno mostrato un trend verso una migliore sopravvivenza libera da progressione durante il trattamento con ipilimumab e inibitore di BRAF, rispetto a quelli che sono stati trattati con ipilimumab dopo un inibitore di BRAF.

Toxicities and outcomes in metastatic melanoma patients (pts) treated with Ipilimumab (Ipi) and BRAF inhibitors (BRAFi). (Society for Melanoma Research 2013 Congress – Philadelphia Nov 17-20) Pigment Cell & Melanoma Research 2013;26(6):932
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