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Medinews
28 Gennaio 2014

STUDIO ECOLOGICO MULTINAZIONALE SUI TASSI DI INCIDENZA DI CANCRO NEL 2008 IN RELAZIONE A VARI FATTORI DI MODIFICAZIONE DEL RISCHIO

Gli studi osservazionali ed ecologici sono in genere utilizzati per rilevare la presenza di un effetto dei fattori di modificazione del rischio su diversi tipi di tumore. I ricercatori generalmente concordano nell’affermare che fattori ambientali come il fumo, il consumo di alcool, una dieta insufficiente o inadeguata, l’assenza di attività fisica e bassi livelli sierici di 25-idrossivitamina D sono importanti fattori di rischio per il cancro. Questo studio ecologico, presentato da William B. Grant del Sunlight, Nutrition, and Health Research Center di San Francisco sulla rivista Nutrients (scarica testo), ha utilizzato i tassi di incidenza del 2008, aggiustati per l’età, di 21 tipi di tumore in 157 Paesi (di cui 87 con dati di alta qualità), in relazione alla dieta e ad altri fattori, inclusi il prodotto interno lordo pro capite, l’aspettativa di vita, il tasso di incidenza di tumore del polmone (indice di abitudine al fumo) e la latitudine (indice di esposizione a raggi solari UV-B e, di conseguenza, alla produzione di vitamina D). I fattori che sono stati osservati correlare potentemente con molti tipi di cancro erano il tumore del polmone (correlazione diretta, includendo maschi e femmine [M/F], con 12 tipi di cancro), il consumo di prodotti di origine animale (correlazione diretta M/F con 12 tipi di tumore e inversa con altri 2), la latitudine (diretta M/F con 6 tipi di cancro e inversa con 3) e il prodotto interno nazionale lordo pro capite (diretta M/F con 5 tipi di cancro e indiretta con 1). L’aspettativa di vita e i dolcificanti mostrano una correlazione diretta con tre tipi di tumore, i grassi animali con due e l’alcool con uno. Un vecchio, ma ancora valido studio sui tassi di tumore in diversi gruppi etnici a Chicago, condotto tra il 1900 e 1907 (su circa 4600 casi), ha anticipato quanto dimostrato più tardi: le popolazioni che prediligono un’alimentazione a base di carne, come tedeschi, irlandesi e scandinavi, mostravano alti tassi di mortalità per cancro, mentre quelle che consumano più pasta (italiani) o riso (cinesi) avevano bassi tassi di mortalità. Il consumo di prodotti animali influisce anche sullo sviluppo di altre malattie croniche con un ritardo temporale di 15 – 25 anni (es. malattia di Alzheimer nei giapponesi) oltre che sull’incidenza di cancro. I tipi di tumore che correlavano fortemente con il consumo di prodotti animali tendevano invece a correlare debolmente con la latitudine: ciò era valido per 11 tipi di tumore nell’intero gruppo di Paesi analizzati. I risultati di questa analisi non hanno mostrato concordanza totale tra il gruppo di 87 Paesi con dati di alta qualità e quello globale di 157 Paesi. I tassi di incidenza di tumore del polmone, il consumo di prodotti animali, la latitudine e il prodotto interno lordo pro capite mostrano il più ampio numero di correlazioni significative per i vari tipi di cancro; gli alcolici, i grassi animali, l’aspettativa di vita e i dolcificanti hanno correlazioni significative con un numero inferiore di tumori, mentre i cereali, il prodotto interno lordo pro capite e la latitudine sono inversamente correlati con uno – tre tipi di tumore. Studi ecologici di singolo Paese hanno evidenziato una correlazione inversa, per quasi tutti i tipi di tumore, con l’esposizione ai raggi UV-B. Dato che la maggior parte dei fattori considerati era di tipo ambientale, piuttosto che genetica, si potrebbe concludere che le cause ambientali contribuiscono maggiormente al rischio di tumore rispetto ai fattori genetici e un cambiamento dello stile di vita potrebbe quindi ridurre il rischio della maggior parte dei tumori. I dati presentati, quindi, possono costituire una guida per future misure di prevenzione oncologica.
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