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Medinews
18 Novembre 2013

STUDIO DI FASE II DI BEVACIZUMAB IN COMBINAZIONE CON VINORELBINA E TRASTUZUMAB NEL TUMORE MAMMARIO METASTATICO HER2-POSITIVO

Sebbene la combinazione di vinorelbina, trastuzumab e bevacizumab mostri spiccata attività sul tumore mammario metastatico HER2-positivo, la percentuale di pazienti in prima linea ancora in vita e libere da progressione dopo un anno non è stata ritenuta tale da raggiungere la soglia predefinita per dichiarare il successo della terapia. Ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute di Boston hanno valutato l’efficacia e la praticabilità della combinazione di trastuzumab/vinorelbina con bevacizumab in pazienti con tumore mammario metastatico HER2-positivo in prima o seconda linea. Le pazienti eleggibili, che presentavano tumore mammario metastatico HER2-positivo, misurabile, erano state trattate con non più di una precedente linea di chemioterapia ed erano in trattamento con trastuzumab (dose di carico 4 mg/kg, seguita da dose di mantenimento di 2 mg/kg alla settimana), vinorelbina (25 mg/m2 alla settimana) e bevacizumab (10 mg/kg ogni due settimane). Endpoint co-primari erano la percentuale di pazienti ancora in vita e libere da progressione dopo un anno e il profilo di sicurezza e praticabilità, definita come tasso di tossicità non ematologica di grado 3 – 4, attribuibile alla terapia di protocollo, < 20%. In totale, 29 pazienti sono state arruolate (22 in prima linea e 7 in seconda). Nello studio pubblicato sulla rivista Breast Cancer Research and Treatment (leggi abstract), l’età mediana delle pazienti era 48 anni (range: 37 – 68) e il numero mediano di cicli ricevuti era 8 (range: 1 – 23), mentre la durata mediana del trattamento era 7.4 mesi (range: 1 – 22). Lo studio è stato chiuso anticipatamente a causa del tasso di tossicità non ematologica di grado 3 – 4 superiore all’atteso, con 50 eventi in 20 pazienti. In totale 6 pazienti (21%) sono uscite dallo studio per tossicità correlata al trattamento. Le tossicità più comuni, legate al trattamento, includevano fatigue (n = 7), neutropenia febbrile (n = 4) e cefalea (n = 3). Dopo un anno, 8 delle 22 pazienti trattate in prima linea (36%) e 2 delle 7 trattate in seconda linea (29%) erano ancora in vita e libere da progressione. La sopravvivenza mediana libera da progressione è risultata pari a 9.9 e 7.8 mesi rispettivamente nelle coorti trattate in prima e seconda linea. Risposte obiettive sono state osservate in 16 delle 22 pazienti (73%) e in 5 delle 7 (71%) trattate rispettivamente in prima e seconda linea. Sebbene la combinazione di vinorelbina, trastuzumab e bevacizumab abbia mostrato considerevole attività sul tumore mammario metastatico HER2-positivo, la percentuale di pazienti in prima linea ancora in vita e libere da progressione dopo un anno è stata ritenuta insufficiente a raggiungere la soglia predefinita per dichiarare il successo del trattamento. Inoltre, è stata osservata una tossicità inaccettabile in percentuali più elevate di pazienti rispetto a quanto riportato precedentemente con le combinazioni di vinorelbina e trastuzumab o vinorelbina e bevacizumab.
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