mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
29 Gennaio 2013

SICUREZZA ED EFFICACIA DI GEMCITABINA A INTENSITÀ RIDOTTA IN CLASSI SELEZIONATE DI PAZIENTI CON TUMORE AVANZATO DEL POLMONE NSCLC

Il basso dosaggio di gemcitabina dovrebbe essere considerato una valida opzione terapeutica, rispetto alla terapia standard, nei pazienti anziani o a basso performance status (PS) ECOG con tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in stadio avanzato che non possono essere trattati con derivati del platino. Il trattamento nei pazienti anziani o con basso PS che presentano tumore del polmone NSCLC in stadio avanzato è tuttora oggetto di discussione. Per valutare l’efficacia di una schedula terapeutica modificata di gemcitabina, oncologi della divisione di Oncologia Medica e Unità Senologica dell’Ospedale Sen. Antonio Perrino di Brindisi hanno arruolato 59 pazienti non eleggibili alla terapia con derivati del platino. Il 41% dei pazienti, con età media di 75.8 anni, mostrava PS uguale a 2; gemcitabina è stata somministrata alla dose di 1000 mg/m2 ai giorni 1 e 8, ogni 4 settimane. Nello studio pubblicato sulla rivista Medical Oncology (leggi abstract), la maggior parte dei pazienti aveva ricevuto gemcitabina come chemioterapia di prima linea, continuata successivamente come terapia di mantenimento per 6 cicli, nei pazienti che avevano risposto al trattamento o mostravano stabilizzazione. La sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da progressione (PFS) sono risultate rispettivamente di 7.2 e 5 mesi (mediana). Nei 45 pazienti valutabili, il trattamento ha portato a una remissione completa (CR), a 9 remissioni parziali (PR) e 20 stabilizzazioni (SD), con un tasso di risposta (CR + PR) del 22% e un beneficio clinico (CR + PR + SD) del 68%. Il trattamento con gemcitabina è stato mantenuto per 6 cicli in 16 pazienti (27%), che sono stati trattati fino a progressione della malattia, con una media di altri 8.6 cicli e una OS e PFS rispettivamente di 19 e 16 mesi (mediana). Il profilo di tossicità è risultato eccellente, con solo l’8% di eventi avversi globali di grado 3 e 4. Nessuno dei 16 pazienti sottoposti alla fase di mantenimento ha riportato tossicità significativa. In conclusione, gemcitabina a bassa intensità dovrebbe essere considerata una valida opzione terapeutica, rispetto alla dose standard, nei pazienti più anziani o con basso PS-ECOG che presentano tumore avanzato del polmone NSCLC e non sono eleggibili alla terapia con platino. Secondo gli autori, dunque, estendere il trattamento oltre i 6 cicli nei pazienti che rispondono è possibile e potrebbe prolungarne la sopravvivenza.
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