mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
23 Luglio 2013

RILEVAMENTO E CARATTERIZZAZIONE DI MUTAZIONI CLASSICHE E ‘NON COMUNI’ DELL’ESONE 19 DI EGFR NEL TUMORE DEL POLMONE CON PIROSEQUENZIAMENTO

Il nuovo ordine di distribuzione del pirosequenziamento permette di rilevare e caratterizzare le mutazioni classiche e quelle ‘non comuni’ di EGFR (Epidermal Growth Factor Receptor). Il trattamento del tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato è sempre più basato sulle analisi diagnostiche e predittive eseguite in maggior parte su quantità molto limitate di tessuto tumorale. Le mutazioni di EGFR sono il fattore predittivo più potente di risposta agli inibitori tirosin-chinasici di EGFR, soprattutto nei pazienti con adenocarcinoma. Attualmente sono disponibili varie tecniche di rilevamento della mutazione EGFR, con problemi di sensibilità e specificità, ma il riferimento standard è la tecnica di sequenziamento Sanger, che è limitata dall’elevato numero di cellule mutate necessario per l’analisi. I ricercatori dell’Università di Torino-Orbassano hanno messo a punto un nuovo ordine di distribuzione dei nucleotidi per il pirosequenziamento che permette l’identificazione e la caratterizzazione della mutazione EGFR, non definibile con i prodotti approvati in clinica e disponibili in commercio, e lo ha validato in una serie consecutiva di 321 pazienti con tumore polmonare (246 biopsie o campioni citologici e 75 campioni di resezione chirurgica). I risultati dello studio pubblicato sulla rivista BMC Cancer (leggi abstract) indicano che sono stati rilevati 61 casi di mutazione rispetto ai 321 campioni totali, 17 nell’esone 21 (27.9%) e 44 nell’esone 19 (72.1%), questi ultimi corrispondenti a 32 mutazioni classiche (72.7% dei 44 casi) e a 12 ‘non comuni’ (27.3%). Inoltre, è stata individuata una nuova mutazione puntiforme, mai descritta prima, causata da uno stop prematuro del codone nella sequenza aminoacidica che porta alla sintesi di una proteina troncata in corrispondenza del dominio tirosin-chinasico, che influisce, disaccoppiando, sull’effetto inibitorio della terapia specifica. In conclusione, il nuovo ordine di distribuzione per il pirosequenziamento, messo a punto dagli autori, ha permesso di evidenziare e caratterizzare sia mutazioni classiche che ‘non comuni’ di EGFR. Sebbene siano già disponibili dati da vari studi di fase III in gruppi definiti di pazienti, sono necessari ulteriori studi prospettici per valutare il ruolo delle mutazioni ‘non comuni’ di EGFR.
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