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Medinews
25 Novembre 2013

RADIOTERAPIA INTRA-OPERATORIA VS ESTERNA NEL TUMORE MAMMARIO INIZIALE: STUDIO ELIOT RANDOMIZZATO, CONTROLLATO, DI EQUIVALENZA

Sebbene con la radioterapia intra-operatoria il tasso di recidiva locale del tumore mammario (IBTR, ipsilateral breast tumour recurrence) fosse entro il limite di equivalenza pre-specificato, il tasso è risultato superiore a quello osservato con la radioterapia esterna. La radioterapia intra-operatoria con elettroni permette di sostituire l’irradiazione convenzionale post-operatoria dell’intera mammella con una sola sessione di radioterapia, in dose equivalente, durante la procedura chirurgica. Tuttavia, la capacità di controllare la recidiva locale del tumore richiedeva ancora conferma in uno studio randomizzato controllato. Nello studio, pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology (leggi abstract), condotto presso l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano, donne di età compresa tra 48 e 75 anni, con tumore mammario iniziale del diametro massimo di 2.5 cm, eleggibili alla chirurgia di preservazione della mammella, sono state randomizzate (1:1; utilizzando un disegno a blocchi casuali alternati e stratificazione per dimensioni del tumore in: < 1.0 vs 1.0 – 1.4 vs ≥ 1.5 cm) a ricevere radioterapia esterna della mammella o radioterapia intra-operatoria con elettroni. I coordinatori dello studio, i clinici e le pazienti erano a conoscenza dell’assegnazione del trattamento radioterapico: le pazienti incluse nel gruppo di radioterapia intra-operatoria hanno ricevuto solo una dose di 21 Gy sul letto tumorale, durante la procedura chirurgica, mentre quelle incluse nel gruppo di radioterapia esterna hanno ricevuto 50 Gy in 25 frazioni di 2 Gy, seguite da un supporto di 10 Gy in cinque frazioni. Lo studio era di equivalenza e il margine pre-specificato di equivalenza era un tasso di recidiva locale del 7.5% nel gruppo di radioterapia intra-operatoria. Endpoint primario era la manifestazione di IBTR, mentre la sopravvivenza globale era un ‘outcome’ secondario. L’analisi principale era di ‘intention-to-treat’. I ricercatori dell’IEO e dell’Università di Milano hanno randomizzato in totale, tra il 20 novembre 2000 e il 27 dicembre 2007, 1305 pazienti: 654 alla radioterapia esterna e 651 a quella intra-operatoria. Dopo un follow-up medio di 5.8 anni (IQR: 4.1 – 7.7), 35 pazienti nel gruppo di radioterapia intra-operatoria e 4 in quello di radioterapia esterna hanno manifestato una IBRT (p < 0.0001). Il tasso di eventi di IBRT a 5 anni è risultato pari al 4.4% (IC 95%: 2.7 – 6.1) nel gruppo di radioterapia intra-operatoria vs 0.4% (IC 95%: 0.0 – 1.0) in quello a radioterapia esterna (hazard ratio 9.3, IC 95%: 3.3 – 26.3). Durante lo stesso periodo, 34 donne incluse nel gruppo di radioterapia intra-operatoria e 31 in quello di radioterapia esterna sono decedute (p = 0.59). La sopravvivenza globale a 5 anni è risultata pari al 96.8% (IC 95%: 95.3 – 98.3), nel gruppo randomizzato a radioterapia intra-operatoria, e al 96.9% (IC 95%: 95.5 – 98.3), in quello a radioterapia esterna. Tra le pazienti delle quali si avevano i dati clinici (464 nel gruppo di radioterapia intra-operatoria vs 412 in quello di radioterapia esterna), gli autori hanno osservato un numero significativamente inferiore di effetti collaterali a carico della pelle nelle donne sottoposte a radioterapia intra-operatoria, rispetto a quelle nel gruppo di radioterapia esterna (p = 0.0002). In conclusione, sebbene il tasso di recidiva locale del tumore mammario nel gruppo randomizzato a radioterapia intra-operatoria rientrasse nel limite pre-specificato di equivalenza, il tasso è risultato significativamente superiore a quello osservato con la radioterapia esterna. La sopravvivenza globale delle pazienti, invece, non era diversa nei due gruppi di pazienti. Secondo gli autori, la radioterapia intra-operatoria con elettroni potrebbe ridurre il tasso di recidiva ipsilaterale del tumore mammario in pazienti più adeguatamente selezionate.
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