7 Luglio 2009
PREVENZIONE: BIOMARCATORI NON EFFICACI COME TRADIZIONALI FATTORI DI RISCHIO
I nuovi biomarcatori poco aiutano nell’individuare i soggetti a rischio di malattie cardiovascolari rispetto agli indicatori tradizionali come ipertensione e colesterolo: ad affermarlo sono i ricercatori svedesi della Lund University di Malmo, Svezia in uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association. Lo studio e’ stato svolto su 5.067 partecipanti sani (eta’ media 58 anni, 60% donne), senza alcuna malattia cardiovascolare, esaminati tra il 1991 e il 1994. Sono stati ricercati diversi biomarcatori – alcuni specifici per il rilevamento di eventi cardiovascolari, altri per eventi coronarici – per capire se e come potessero prevedere il rischio di patologie cardiovascolari future. L’obiettivo era paragonare le capacita’ predittive. E’ emerso che l’accuratezza dei modelli di previsione del rischio cardiovascolare e’ minimamente migliorata dall’uso di piu’ biomarcatori insieme, ma che comunque non risultano attendibili come i metodi tradizionali. I ricercatori spiegano che dal punto di vista clinico l’importanza del loro studio risiede non nelle modificazioni delle statistiche degli individui a rischio, ma nella loro riclassificazione: ”La sfida sara’ quella di rintracciare nuovi biomarcatori che, combinati o da soli, possano aiutare nella prevenzione dell’incidenza delle patologie cardiovascolari, sia dal punto di vista statistico che clinico”, conclude Olle Melander, coordinatore della ricerca.
Agi – Journal of the American Medical Association