mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
10 Dicembre 2012

PERSISTENZA, ADERENZA E TOSSICITÀ CON CMF ORALE IN DONNE ANZIANE CON TUMORE MAMMARIO IN STADIO INIZIALE

L’aderenza alla terapia contenente ciclofosfamide, descritta dalle donne anziane con cancro della mammella in stadio iniziale, è elevata, ma la persistenza è bassa ed è attribuibile alla tossicità. La chemioterapia contenente ciclofosfamide, metotrexato e 5-fluorouracile (CMF) è spesso scelta come terapia adiuvante in donne anziane con tumore mammario in stadio iniziale per la superiore tollerabilità percepita. Ricercatori dei maggiori centri oncologici statunitensi hanno cercato di misurare nello studio Adherence Companion Study 60104 for CALGB (Cancer and Leukemia Group B) 49907, la persistenza del trattamento CMF, l’aderenza alla terapia orale con ciclofosfamide e l’associazione di queste con gli effetti tossici. CALGB 49907 è uno studio randomizzato che ha comparato la chemioterapia standard (CMF oppure adriamicina e ciclofosfamide, AC, secondo scelta del medico e della paziente) con capecitabina in pazienti di età ≥ 65 anni che presentavano tumore della mammella in stadio I-IIIB. Alle donne randomizzate alla terapia standard, che avevano scelto il trattamento CMF, è stata prescritta ciclofosfamide orale alla dose di 100 mg/m2 per 14 giorni consecutivi, per sei cicli di 28 giorni. Nello studio pubblicato sulla rivista Annals of Oncology (leggi abstract), la persistenza consisteva nella prescrizione di sei cicli di terapia con almeno uno dei tre farmaci inclusi nella combinazione CMF, mentre l’aderenza era data dal quoziente tra il numero di dosi di ciclofosfamide, che le donne riportavano aver assunto, e il numero prescritto. I dati di persistenza e aderenza sono stati raccolti da cartelle cliniche e schedule di trattamento. I risultati indicano che delle 317 pazienti randomizzate alla chemioterapia standard,133 hanno ricevuto la combinazione CMF. L’età mediana era 73 anni (range: 65 – 88) e il 71% delle pazienti è stato sottoposto ad almeno una somministrazione e il 65% ha continuato il trattamento con CMF. La non-persistenza è stata associata a negatività linfonodale (p = 0.019), neutropenia febbrile (p = 0.002) e fatigue (p = 0.044). L’aderenza media durante i cicli prescritti è risultata del 97%. In conclusione, l’autovalutazione di aderenza a ciclofosfamide è risultata elevata, tuttavia la persistenza era più bassa, probabile conseguenza degli effetti tossici del trattamento.
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