mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
16 Dicembre 2019

Olanzapine 5 mg plus standard antiemetic therapy for the prevention of chemotherapy-induced nausea and vomiting (J-FORCE): a multicentre, randomised, double-blind, placebo-controlled, phase 3 trial

Olanzapine 10 mg added to standard antiemetic therapy including aprepitant, palonosetron, and dexamethasone has been recommended for the prevention of chemotherapy-induced nausea and vomiting. Guidelines suggest that a dose reduction to 5 mg should be considered to prevent sedation. In several phase 2 studies, olanzapine 5 mg has shown equivalent activity to olanzapine 10 mg and a favourable safety profile in relation to somnolence. We evaluated the … (leggi tutto)

Uno studio randomizzato segna un ulteriore importante progresso nella profilassi dell’emesi da chemioterapia ad elevato potenziale emetogeno, evidenziando una significativa efficacia dell’olanzapina, anche quando impiegata alla dose di 5 mg, in aggiunta alla triplice profilassi basata sull’impiego di 5HT3 antagonista (nello specifico, palonosetron), NK1 inibitore (nello specifico, aprepitant) e desametasone. Come noto, l’olanzapina aveva già dimostrato efficacia nella profilassi antiemetica, ma la dose di 10 mg risulta associata a un’incidenza non trascurabile di sedazione.
Le linee guida AIOM dedicate alla profilassi antiemetica descrivono le evidenze già disponibili sull’impiego di olanzapina, sottolineando la possibilità del suo impiego in aggiunta alla triplice combinazione nei pazienti che ricevono cisplatino, ma evidenziando il problema della sedazione, particolarmente associato alla dose inizialmente testata di 10 mg. Da questo punto di vista, la dose di 5 mg appare molto interessante, perché potenzialmente in grado di garantire l’efficacia antiemetica senza l’accentuato effetto sedativo della dose più elevata.
Lo studio pubblicato da Lancet Oncology, condotto in Giappone, ha visto la randomizzazione di 710 pazienti che ricevevano cisplatino, dei quali 356 assegnati al braccio sperimentale che prevedeva l’aggiunta di olanzapina alla triplice profilassi, e 354 assegnati al braccio di controllo che riceveva placebo invece di olanzapina. Endpoint primario dello studio era la proporzione di risposte complete (vale a dire l’assenza di vomito e la non assunzione di farmaci antiemetici di salvataggio) nella fase ritardata (dalla seconda alla quinta giornata), vale a dire la fase in cui notoriamente l’efficacia della triplice combinazione è meno ottimale. Tale endpoint ha il difetto di non considerare la nausea in sé (se non associata all’assunzione di farmaci antiemetici di salvataggio), e quindi sovrastima l’outcome: un paziente che avesse avuto nausea senza vomito e senza ricorrere a farmaci di salvataggio è formalmente considerato un successo. Con questa limitazione, la combinazione sperimentale contenente olanzapina ha dimostrato un incremento del 13% nella percentuale di risposte complete (79% rispetto a 66%), e gli autori propongono la combinazione sperimentale come un potenziale nuovo standard antiemetico per i pazienti candidati a ricevere chemioterapia contenente cisplatino.
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