mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
3 Maggio 2019

Low Rates of Patient-Reported Physician–Patient Discussion about Lung Cancer Screening among Current Smokers: Data from Health Information National Trends Survey

Many professional societies published guidelines recommending lung cancer screening with low-dose CT scan. We examined the temporal trends in patient-reported physician–patient discussions about lung cancer screening, and aimed to determine the association of discussions of lung cancer screening with the smokers’ attempt to quit and intent to quit. Data from years 2012, 2014, and 2017 of the National Cancer Institute’s Health Information National Trends Survey … (leggi tutto)

In un momento storico in cui le Società Scientifiche e le Istituzioni stanno valutando la necessità e fattibilità di implementare un valido metodo di screening per il carcinoma polmonare, può essere interessante vedere i risultati di uno studio che esamina il trend delle discussioni fra medico e paziente in merito allo screening per carcinoma polmonare, facendo anche delle correlazioni con la volontà o meno di smettere di fumare.
In generale lo studio evidenzia, a decorrenza dal 2012 (si ricorda che i dati sullo screening del tumore polmonare dello studio statunitense sul New England Journal of Medicine sono del 2011) una riduzione delle discussioni in merito e soprattutto che queste non hanno alcun legame con la volontà di smettere o meno di fumare. La raccomandazione ad eseguire il programma di screening secondo i criteri pubblicati sul New England Journal of Medicine sono da datarsi 2013, con una precisa policy ad opera del Centers for Medicare & Medicaid Services risalente al 2015.
Lo studio pubblica i dati di una survey telefonica che ha collezionato informazioni in ambito sanitario nel 2012, 2014 e 2017 nella popolazione adulta. Nella survey venivano chieste informazioni in merito a possibili colloqui avutisi fra i soggetti intervistati ed il loro medico di base a riguardo dell’habitus tabagico e sullo screening per il tumore polmonare. Veniva inoltre chiesto agli intervistati in merito alla loro volontà di smettere di fumare/tentativi nella cessazione. L’analisi delle risposte è stata effettuata considerando anche caratteristiche quali il sesso, l’età, lo stato sociale, la copertura assicurativa. Su 9.443 soggetti intervistati, un colloquio con il proprio medico riguardo allo screening per tumore polmonare si riduce dal 6,7% (valore già di per sé molto basso) nel 2012 al 4,2% nel 2014 e 4,3% nel 2017. Guardando nello specifico alla suddivisione per età ed abitudine tabagica i fumatori attivi e in età fra i 55 e 74 anni dichiaravano, per esempio, di aver avuto questo tipo di colloquio nel 26,8% dei casi nel 2012 e i valori più alti in anni successivi si registravano nei fumatori attivi con più di 74 anni (23,5% nel 2014; 22,1% nel 2017). Le categorie che, in generale, riportavano una maggiore percentuale di colloqui al riguardo erano i neri non-ispanici, gli ispanici, gli individui con copertura assicurativa e i pazienti già con patologia cardiaca o polmonare diagnosticata. Dall’analisi multivariata emerge come la discussione a tal proposito fra soggetto e medico curante non aveva alcuna associazione con la volontà di smettere di fumare o i tentativi di cessazione in un’adeguata finestra temporale.
Lo studio ha sicuramente enormi limiti interpretativi, ma è utile per capire come sia assolutamente necessario, insieme a tutti gli accorgimenti e decisioni che verranno prese su come, dove e con quali figure implementare lo screening in Italia, sarà assolutamente indispensabile includere anche un adeguato training dei medici di base per sfruttare al meglio il loro ruolo cruciale con il paziente, soprattutto per uno screening che non potrà essere attivo come quelli al momento in essere in Italia.
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