mercoledì, 23 ottobre 2024
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10 Ottobre 2013

L’ASSENZA DI CARCINOMA EPATICO VITALE NEL FEGATO NATIVO È FATTORE PROTETTIVO INDIPENDENTE DI RECIDIVA DOPO IL TRAPIANTO D’ORGANO

La mancanza di vitalità, confermata istologicamente, è imputabile all’elevata efficacia dei trattamenti ponte utilizzati prima del trapianto

I fattori prognostici di recidiva del carcinoma epatico dopo trapianto di fegato sono ancora materia di dibattito. L’assenza di tumore vitale nel fegato nativo, per l’efficacia del trattamento locoregionale prima del trapianto o della resezione epatica, è un fattore prognostico intrigante che non è stato mai valutato. Lo studio pubblicato sulla rivista Transplantation (leggi abstract) ha preso in considerazione 210 trapianti di fegato eseguiti tra novembre 2000 e dicembre 2011 in pazienti con evidenza di carcinoma epatico e cirrosi. I ricercatori dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena-Policlinico hanno osservato che 53 pazienti (25.2%) non avevano evidenza di carcinoma epatico residuo attivo nel fegato nativo (gruppo NVH), mentre 157 (74.8%) mostravano tumore vitale (gruppo VH). Tutti i pazienti nel gruppo NVH sono stati trattati prima del trapianto d’organo con approccio multimodale che ha combinato chemioembolizzazione endoarteriosa, resezione epatica, ablazione con radiofrequenza, iniezione percutanea di etanolo o somministrazione di sorafenib, mentre nel gruppo VH 110 dei 157 pazienti (70.1%) hanno ricevuto terapia ponte (p < 0.001). La recidiva del carcinoma epatico non si è manifestata in nessuno dei pazienti nel gruppo NVH (0%) e in 25 nel gruppo VH (15.9%) (p = 0.003): la resezione epatica è risultata il trattamento più efficace per ottenere l’assenza del carcinoma epatico al momento del trapianto di fegato. I risultati dell’analisi multivariata hanno indicato che l’esistenza di risultati patologici indicativi di carcinoma epatico oltre i criteri della University of California-San Francisco (p = 0.001; odds ratio 4, intervallo di confidenza: 1.7 – 9.2) e la presenza di carcinoma epatico vitale (p = 0.003; odds ratio 5.9, intervallo di confidenza: 1.5 – 17.6) erano indipendentemente associati alla recidiva del tumore. In conclusione, l’assenza istologica di tumore vitale nel fegato nativo, dopo il trapianto dell’organo e i criteri morfologici, è fattore prognostico fortemente indicativo di non sviluppo di recidiva del carcinoma epatico dopo il trapianto, verosimilmente per l’elevata efficacia dei trattamenti ponte utilizzati prima del trapianto.


Liver Cancer Newsgroup – Numero 10 – Ottobre 2013
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