mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
19 Febbraio 2013

INTERAZIONE PROGNOSTICA TRA ESPRESSIONE DI P53 E RECETTORE DEGLI ESTROGENI NEL CARCINOMA MAMMARIO CON LINFONODI NEGATIVI

L’interpretazione del significato prognostico dell’espressione di p53 richiede la conoscenza anche dell’espressione del recettore per gli estrogeni (ER). La ragione di questa interazione non è nota ma potrebbe riflettere mutazioni qualitativamente diverse di p53, che stanno alla base dell’espressione di p53 in tumori associati o meno alla positività a ER. Il significato prognostico dell’espressione della proteina p53 nel carcinoma mammario iniziale rimane tuttora incerto; alcuni studi, ma non tutti, lo associano ad ‘outcome’ più sfavorevoli. L’espressione di ER rappresenta sia un marcatore prognostico positivo che un fattore predittivo di risposta alle terapie endocrine. La relazione tra questi biomarcatori è ancora sconosciuta. Gli investigatori dell’International Breast Cancer Study Group (IBCSG) hanno costruito ‘microarray’ tessutali (TMA) da materiale patologico ottenuto da 1113 pazienti che hanno partecipato a due studi clinici randomizzati (IBCSG Trials VIII e IX) che avevano comparato la terapia endocrina da sola o associata con la chemioterapia in pazienti con carcinoma mammario con linfonodi negativi. L’espressione di p53, definita da > 10% nuclei positivi, è stata analizzata in concomitanza con un precedente dosaggio immunoistochimico di ER, eseguito durante revisione patologica centrale delle sezioni di tessuto tumorale. Lo studio pubblicato sulla rivista Breast Cancer Research (leggi abstract) ha evidenziato la presenza di ER (cioè > 1% dei nuclei di cellule tumorali positivi) nell’80.1% delle pazienti (880 di 1092). L’espressione di p53 era significativamente più comune quando ER non era rilevato (125 di 212, pari al 59%), rispetto a quando ER era espresso (171 di 880, pari al 19%) (p < 0.0001). È stata osservata un’interazione qualitativa significativa: l’espressione di p53 è stata associata a una migliore sopravvivenza libera da malattia (DFS) e sopravvivenza globale (OS) nelle pazienti i cui tumori non esprimevano ER, ma a una peggiore DFS e OS nelle donne con tumori ER-positivi. L’interazione rimaneva significativa anche dopo aver considerato le variabili patologiche e il trattamento. Quando i sottotipi luminale e non-luminale intrinseci sono stati comparati, sono stati osservati effetti simili. In conclusione, l’interpretazione del significato prognostico dell’espressione di p53 richiede anche la contemporanea conoscenza dell’espressione di ER. La ragione dell’interazione tra p53 e ER non è ancora nota, ma potrebbe riflettere mutazioni di p53 qualitativamente diverse, sottostanti all’espressione di p53 in tumori che esprimono o meno ER.
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