mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
22 Maggio 2013

INCIDENZA E RISCHIO DI IPERTENSIONE CON UN NUOVO INIBITORE TIROSIN-CHINASICO MULTITARGET, AXITINIB, IN PAZIENTI ONCOLOGICI

L’agente è associato a un inaspettato elevato rischio di questa patologia cardiovascolare; durante il trattamento è consigliato uno stretto monitoraggio e una gestione appropriata

Per esaminare l’incidenza globale e il rischio di ipertensione in pazienti oncologici che ricevono axitinib e per comparare le differenze di incidenza tra axitinib e altri quattro inibitori tirosin-chinasici (TKI) del recettore per il fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGFR) approvati, ricercatori della Shanghai Jiao Tong University hanno condotto una revisione sistematica e meta-analisi di studi raccolti con una ricerca dei vari database, tra cui Pubmed, Embase e Cochrane. Erano eleggibili gli studi clinici di fase II e III, prospettici, condotti su pazienti oncologici che avevano ricevuto trattamento con axitinib ad una dose iniziale di 5 mg per via orale, somministrata due volte al giorno, dei quali erano disponibili i dati relativi alla malattia ipertensiva. I tassi di incidenza globale, il rischio relativo (RR), e i relativi intervalli di confidenza (IC) al 95%, sono stati calcolati utilizzando modelli fissi o a effetto casuale, a seconda dell’eterogeneità degli studi inclusi. Lo studio pubblicato sulla rivista British Journal of Clinical Pharmacology (leggi abstract) ha esaminato un totale di 1908 pazienti inclusi in 10 studi clinici. Le incidenze globali di ipertensione di ogni grado e di alto grado nei pazienti con cancro sono risultate rispettivamente 40.1% (IC 95%: 30.9 – 50.2) e 13.1% (IC 95%: 6.7 – 24.0). L’uso di axitinib è stato associato a un significativo aumento del rischio di ipertensione di ogni grado (RR 3.00, IC 95%: 1.29 – 6.97; p = 0.011) e di alto grado (RR 1.71, IC 95%: 1.21 – 2.43; p = 0.003). Inoltre, il rischio di ipertensione di ogni grado o di alto grado associato ad axitinib nei pazienti con carcinoma renale è significativamente più elevato che nei tumori non renali. Il rischio di ipertensione con axitinib era sostanzialmente più alto di quello osservato con gli altri VEGFR-TKI approvati, mentre il rischio di ipertensione di ogni grado con axitinib è risultato simile a quello di pazopanib (RR 1.05, IC 95%: 0.95 – 1.17; p = 0.34). In conclusione, se da una parte axitinib condivide uno spettro di attività verso i recettori simile a quella degli altri VEGFR-TKI, dall’altra questo agente è associato a un inaspettato alto rischio di sviluppare ipertensione. Dunque, uno stretto monitoraggio e un’appropriata gestione di questa patologia sono raccomandati durante il trattamento con axitinib.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 5 – Maggio 2013
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