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9 Ottobre 2012

IMPORTANZA DI ISTOLOGIA E LOCALIZZAZIONE DEL CANCRO GASTRICO AVANZATO SUGLI ESITI DEI PAZIENTI DOPO CHEMIOTERAPIA DI PRIMA LINEA

Ricercatori dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria, Ospedali Riuniti di Ancona, Università Politecnica delle Marche, suggeriscono l’importanza dei sottotipi, che potrebbero essere considerati fattori predittivi di beneficio dalla chemioterapia, in pazienti con tumore gastrico in stadio avanzato. Nella pratica clinica quotidiana, il tumore gastrico è considerato una malattia singola. Tuttavia, dati preliminari hanno identificato sottotipi distinti caratterizzati da differenze rilevanti in termini di epidemiologia, carcinogenesi e profili di espressione genica. Recentemente è stata proposta una nuova classificazione basata sull’istologia descritta da Lauren e sulla localizzazione del tumore, che permette l’identificazione di tre sottotipi: tipo 1 (tumore gastrico, prossimale non diffuso), tipo 2 (diffuso) e tipo 3 (distale non diffuso). Scopo dello studio, presentato al Congresso ESMO 2012 e pubblicato sulla rivista Annals of Oncology (vedi abstr. 756P, pag. ix250), era comparare gli esiti clinici (tasso di risposta [RR], sopravvivenza libera da progressione [PFS] e sopravvivenza globale [OS]) dei pazienti che ricevevano chemioterapia di prima linea con i diversi sottotipi di tumore gastrico. Nell’analisi sono stati inclusi 202 pazienti con cancro gastrico in stadio avanzato, trattati in prima linea con chemioterapia di combinazione e suddivisi nei tre sottogruppi (tipo 1, tipo 2, tipo 3), come precedentemente definito. La maggior parte dei pazienti mostrava tumore di tipo 2 (50.5%) e tipo 3 (40.6%), mentre il tipo 1 includeva 18 pazienti (8.9%). Il 62% ha ricevuto combinazioni chemioterapiche contenenti tre farmaci, cioè un derivato del platino, una fluoro-pirimidina e una antraciclina, oppure taxano o mytomicina C; i rimanenti hanno ricevuto un regime contenente platino e fluoro-pirimidina. I fattori clinici più rilevanti, come performance status ECOG (Eastern Cooperative Oncology Group), stadio tumorale, numero di siti metastatici, precedente resezione chirurgica, terapia combinata di prima linea e uso di trattamenti di seconda linea, erano comparabili nei tre sottogruppi di pazienti. Come atteso, la carcinosi peritoneale era più frequente nei pazienti con tumore gastrico di tipo 2. Gli autori hanno osservato una RR più alta nei pazienti con tumore di tipo 3 (RR = 45.1%) rispetto quelli con tipo 1 (27.8%) e tipo 2 (25.5%) (p = 0.017). E inoltre, i pazienti con tumore gastrico di tipo 2 presentavano una PFS più breve (mediana 5.7 mesi) quando comparati a quelli che mostravano il tipo 1 (PFS mediana 6.9 mesi) e il tipo 3 (PFS mediana 7.8 mesi) (p = 0.0069), a cui però non corrispondevano differenze significative di OS. I risultati ottenuti in questo studio suggeriscono, quindi, che i sottotipi di tumore gastrico possano essere importanti fattori predittivi di beneficio nei pazienti con la malattia in stadio avanzato trattati con la chemioterapia. Studi clinici futuri dovrebbero, secondo gli autori, considerare queste differenze per una migliore stratificazione dei pazienti.

Scarica il volume degli abstract del Congresso ESMO 2012
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