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9 Ottobre 2012

ESPRESSIONE HER2 ED EFFICACIA DELLA TERAPIA DI PRIMA LINEA CON T-DM1 VS HT NEL TUMORE DEL SENO METASTATICO HER2-POSITIVO

Un’analisi esplorativa presentata al Congresso ESMO 2012 suggerisce che l’ampiezza dell’efficacia del trattamento con trastuzumab emtansine (T-DM1) vs trastuzumab (H) in combinazione con docetaxel (T) possa correlare con i livelli di espressione di HER2, determinato con qRT-PCR, soprattutto per quanto riguarda la sopravvivenza libera da progressione (PFS). Nello studio TDM4450g (NCT00679341), 137 pazienti con tumore del seno, HER2-positivo, metastatico, mai trattate precedentemente, sono state randomizzate a T-DM1 o HT. La PFS mediana era risultata rispettivamente di 14.2 vs 9.2 mesi (HR = 0.594) e i tassi di risposta oggettiva (ORR) erano rispettivamente del 64.2 e 58.0% (Hurvitz, 2011). In analisi esplorative di studi di fase 2, in singolo braccio, con T-DM1 sul tumore mammario metastatico, è stata osservata un’associazione tra una più elevata espressione di mRNA HER2 (valutata con qRT-PCR) e un ORR maggiore e una PFS più lunga (Burris, 2011; Krop, 2012 in press). Nello studio, pubblicato sulla rivista Annals of Oncology (vedi abstr. 226P, pag. ix89-90), i ricercatori dell’Ospedale San Raffaele di Milano, in collaborazione con importanti centri oncologici statunitensi, hanno riportato i risultati di un’analisi esplorativa retrospettiva della relazione tra espressione di HER2 (con qRT-PCR) e gli esiti di efficacia in pazienti trattati con T-DM1 o HT nello studio TDM4450g: 137 pazienti sono state randomizzate (1:1) a T-DMI1 (3.6 mg/kg ogni 3 settimane) oppure a H (6 mg/kg ogni 3 settimane, ma 8 kg/mg al ciclo 1) e T (75 o 100 mg/m2 ogni 3 settimane) e trattate fino a progressione della malattia. L’espressione di HER2 è stata misurata con qRT- PCR in campioni conservati di tessuto prelevato da tutte le pazienti randomizzate. Gli esiti di efficacia includevano le valutazioni di PFS e ORR da parte degli investigatori. I risultati delle analisi presentate al congresso sono basate sui dati clinici ottenuti dopo un follow-up mediano di circa 14 mesi, in ogni braccio dello studio. In totale, dalle 137 pazienti randomizzate sono stati ottenuti 122 campioni di tumore per le analisi dell’espressione di HER2 prima del trattamento, con un risultato valido per 116 pazienti (6 campioni erano sotto il limite di misurazione). Nel gruppo che presentava alta espressione di HER2, una PFS mediana più lunga è stata osservata con T-DM1 (PFS non raggiunta vs 8.8 mesi nelle pazienti trattate con HT; entrambe i gruppi n = 29) (hazard ratio 0.39, IC 95%: 0.18 – 0.85). Gli ORR, nel gruppo a bassa espressione di HER2, erano 58.1 (n = 31) vs 53.8% (n = 26) rispettivamente dopo trattamento con HT e T-DM1 (odds ratio: 0.84, IC 95%:0.30 – 2.41). In conclusione, i risultati suggeriscono che la grandezza dell’efficacia ottenuta con T-DM1 vs HT può essere correlata ai livelli di espressione di HER2 (determinati con qRT-PCR) e l’effetto sembra essere più pronunciato sulla PFS. Inoltre, gli investigatori assicurano che sono state pianificate analisi che esplorino la relazione tra questi risultati e le caratteristiche basali e che analisi simili sono state programmate anche per altri studi di fase 3 con T-DM1 in corso.

Scarica il volume degli abstract del Congresso ESMO 2012
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