mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
26 Settembre 2013

ESITO DI SOPRAVVIVENZA E RISPOSTA AL TRATTAMENTO NELLA RECIDIVA TARDIVA DEL CARCINOMA RENALE NELL’ERA DELLE TERAPIE TARGET

Un quarto dei pazienti che sviluppano metastasi e sono trattati con agenti target ricade più di 5 anni dopo la nefrectomia: la recidiva tardiva ha caratteristiche prognostiche più favorevoli

Alcuni pazienti con carcinoma renale primario localizzato potrà sviluppare recidiva della malattia ≥ 5 anni dopo nefrectomia iniziale. Per caratterizzare l’esito clinico in questi pazienti, ricercatori del Tom Baker Cancer Center di Calgary (Canada) e dell’Università di Greifswald (Germania) hanno retrospettivamente caratterizzato, secondo il tempo alla recidiva, pazienti con carcinoma renale metastatico trattati con terapia target. La recidiva è stata definita come diagnosi di malattia metastatica ricorrente > 3 mesi dopo la nefrectomia iniziale a scopo curativo. I pazienti con metastasi sincrone alla diagnosi sono stati esclusi. I pazienti inclusi nello studio, pubblicato sulla rivista European Urology (leggi abstract), sono stati classificati nel gruppo con recidiva iniziale, se la recidiva si presentava entro 5 anni, o con recidiva tardiva, se si manifestava dopo 5 anni. Le caratteristiche demografiche sono state comparate con il test t di Student, il test del chi-quadro o il test esatto di Fisher. Il tempo di sopravvivenza è stato stimato con il metodo di Kaplan-Meier e le associazioni con l’esito di sopravvivenza sono state valutate con analisi univariata e multivariata di regressione di Cox. Tra i 1210 pazienti con carcinoma renale metastatico trattati con terapia target dopo la procedura chirurgica per il tumore localizzato, 897 (74%) hanno sviluppato recidiva entro i primi 5 anni e 313 (26%) dopo 5 (range: 5 – 35). I pazienti che hanno manifestato recidiva tardiva erano più giovani (p < 0.0001) e presentavano minori caratteristiche sarcomatoidi (p < 0.0001), più frequente istologia a cellule chiare (p = 0.001) e più basso grado Fuhrman (p < 0.0001). I tassi globali di risposta obiettiva alla terapia target erano migliori nei pazienti che sviluppavano recidiva tardiva vs precoce (rispettivamente 31.8 vs 26.5%; p = 0.004). I pazienti con recidiva tardiva avevano inoltre sopravvivenza libera da progressione (10.7 vs 8.5 mesi; p = 0.005) e sopravvivenza globale (34.0 vs 27.4 mesi; p = 0.004) significativamente più lunghe. Limitazioni dello studio, secondo gli autori, sono il disegno retrospettivo, la revisione non centralizzata delle tecniche d’immagine e patologica, la mancata informazione sulla metastasectomia e i protocolli di follow-up non standardizzati. In conclusione, un quarto dei pazienti, che possono sviluppare metastasi e sono per questo trattati con terapia target, manifesta recidiva più di 5 anni dopo la nefrectomia iniziale. Queste recidive tardive presentano caratteristiche prognostiche più favorevoli e di conseguenza migliore risposta al trattamento e sopravvivenza globale.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 9 – Settembre 2013
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