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10 Ottobre 2013

EPIDEMIOLOGIA, TRATTAMENTO E SOPRAVVIVENZA NEL CARCINOMA EPATICO DAL 1998 AL 2009: ANALISI DI 1066 CASI INCLUSI IN UN REGISTRO TEDESCO

Nessun miglioramento di OS, in parte per stadio ed età più avanzati nel secondo periodo; nuove opzioni terapeutiche e migliore sorveglianza potrebbero in futuro favorire la sopravvivenza

Scopo dello studio pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Gastroenterology (leggi abstract) era analizzare la presentazione clinica, il decorso della malattia e il trattamento dei pazienti con carcinoma epatico in un centro di riferimento tedesco tra il 1998 e il 2009. Il carcinoma epatico è un tumore raro in Germania, ma la sua incidenza è aumentata negli ultimi 30 anni. Nuove terapie, come chemioembolizzazione con microsfere a rilascio di farmaco, radioterapia interna selettiva e sorafenib, sono state recentemente introdotte; tuttavia, l’impatto sul trattamento clinico e sulla sopravvivenza globale (OS) non è ancora chiaro. In questa analisi retrospettiva, condotta da ricercatori dello University Medical Center of the Johannes Gutenberg University di Mainz e del National Center for Tumor Diseases (NCT), University Clinic di Heidelberg, sono stati valutati 1066 pazienti con carcinoma epatico dopo essere stati suddivisi in due periodi di 6 anni ciascuno (n = 385 tra il 1998 e il 2003; n = 681 tra il 2004 e il 2009). Il numero dei pazienti che hanno ricevuto la diagnosi ogni anno (64 vs 114 per anno), di età superiore a 80 anni o con steatoepatite non alcolica, è aumentato significativamente tra i due periodi. I principali fattori di rischio erano epatopatia alcolica nel 51.7%, infezione cronica da virus dell’epatite C nel 28.2% e infezione cronica da virus dell’epatite B nel 13.4% dei pazienti con cirrosi epatica e carcinoma epatico. Nel secondo periodo, i pazienti hanno manifestato tumori in stadio più avanzato e funzionalità epatica più deteriorata. La maggior parte dei pazienti (61.6%) ha ricevuto trattamento locale in tutti gli stadi del Barcelona Clinic Liver-Cancer (BCLC), mentre la terapia sistemica è stata offerta a un limitato numero di questi (8.8%) e solo ai pazienti in stadio BCLC C. La OS si è ridotta nei pazienti in stadio BCLC A e D, ma è migliorata in quelli in stadio BCLC B e C, ed è diminuita da 16.5 a 15.3 mesi dal primo al secondo periodo, quando si consideravano tutti i pazienti. In conclusione, in questo studio sul registro tedesco del carcinoma epatico non è stato osservato alcun miglioramento di sopravvivenza globale, quando sono stati comparati i due periodi di tempo; gli autori suggeriscono che ciò sia in parte spiegabile dallo stadio tumorale più avanzato e dall’età più anziana dei pazienti nel secondo periodo di osservazione. Nuove e migliori opzioni terapeutiche e l’intensificazione dei programmi di sorveglianza potrebbero aumentare in futuro la sopravvivenza di questi pazienti.


Liver Cancer Newsgroup – Numero 10 – Ottobre 2013
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