mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
27 Novembre 2013

EFFICACIA E SICUREZZA DI IPILIMUMAB 3 MG/KG NELLA TERAPIA DI PRIMA LINEA DEL MELANOMA AVANZATO: EVIDENZA DA UNA REVISIONE MULTICENTRICA RETROSPETTIVA NEGLI STATI UNITI


La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato, a marzo 2011, ipilimumab per il trattamento del melanoma avanzato (non operabile o refrattario) in pazienti naïve al trattamento o già trattati, basandosi sui risultati di uno studio di fase III randomizzato, multicentrico, in doppio cieco, che ha mostrato un prolungamento della sopravvivenza globale (OS) in pazienti con melanoma avanzato precedentemente trattati. Ipilimumab, al dosaggio di 3 mg/kg ogni 3 settimane per 4 dosi, è risultato superiore a un vaccino peptidico per il melanoma. Lo studio CA184338, presentato all’European Cancer Congress 2013, ECCO17 – ESMO38 – ESTRO32, tenutosi lo scorso settembre ad Amsterdam, descrive le caratteristiche dei pazienti e della malattia, le modalità di cura, la sicurezza e gli ‘outcome’ di pazienti con melanoma avanzato naïve al trattamento con la medesima dose e schedula di ipilimumab. La coorte (target di pazienti, n = 300) sarà seguita per 4 anni. I ricercatori di 27 centri oncologici statunitensi hanno identificato i pazienti adulti con melanoma avanzato non operabile, in stadio III o IV, che avevano ricevuto ≥ 1 dose di ipilimumab 3mg/kg in prima linea nel periodo aprile 2011 – settembre 2012. L’analisi ad interim ha incluso 120 pazienti, che avevano iniziato il trattamento con ipilimumab da ≥ 12 mesi: i dati sono stati raccolti dalle cartelle cliniche. La percentuale di pazienti di sesso maschile nella popolazione considerata era 65,8%, l’età mediana era 63 anni (range: 26 – 91) e il sito primario del tumore era la cute nell’86,7%, l’occhio nel 4,2% e le mucose nel 2,5% dei casi. La maggior parte dei pazienti era in stadio M1c (55%), mentre l’11,7% presentava melanoma avanzato non operabile in stadio III e il 7,5% metastasi cerebrali al momento della diagnosi del melanoma avanzato. Tra i 97 pazienti con stato BRAF noto, il 21,6% aveva mutazione attivante. Prima della terapia con ipilimumab, il 40,8 e il 51,7% dei pazienti aveva performance status ECOG rispettivamente 0 e 1 e il 36,7% aveva LDH > limite superiore del range di normalità. Il numero mediano di dosi di ipilimumab era 4 e il 75,8% dei pazienti aveva completato il trattamento di 4 dosi, mentre il 5% aveva interrotto l’assunzione di almeno una dose. Dall’inizio della terapia con ipilimumab, la OS mediana è risultata pari a 14,3 mesi (IC 95%: 12,1 – n.d.) e il tasso di sopravvivenza a un anno era 59,5% (IC 95%: 50,1 – 67,8). Il follow-up globale mediano era 12,0 mesi (range: 0,5 – 21,7) e i tassi di OS a un anno nei pazienti con mutazione BRAF, ‘wild-type’ e non testati erano rispettivamente 71,4% (IC 95%: 47,2 – 86,0), 58,9% (IC 95%: 47,0 – 69,1) e 50,5% (IC 95%: 28,4 – 69,0). Gli eventi avversi più frequenti, correlati al farmaco, erano di tipo immunitario e si sono manifestati nel 53% dei pazienti; il 27,5% di questi era a livello cutaneo e il 24,2% gastrointestinale. Eventi avversi di tipo immunologico di grado 3 – 4 sono stati osservati nel 13,3% dei pazienti. In totale, 58 pazienti (48,3%) sono deceduti, ma nessuna morte è stata attribuita a eventi avversi correlati al farmaco o di tipo immunologico. In conclusione, questo studio osservazionale, il più ampio tra quelli riguardanti la monoterapia con ipilimumab 3 mg/kg in pazienti con melanoma avanzato naïve al trattamento, offre evidenza clinica pratica del beneficio di sopravvivenza globale e del profilo di sicurezza di ipilimumab. Anche se lo stato BRAF non sembra avere impatto sulla sopravvivenza globale di questi pazienti, i risultati richiedono ulteriori conferme in studi futuri.

Effectiveness and safety of first-line ipilimumab (IPI) 3 mg/kg therapy for advanced melanoma (AM): Evidence from a U.S. multisite retrospective chart review. ECCO17 – ESMO38 – ESTRO32 European Cancer Congress 2013, abstr N 3742
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