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Medinews
29 Ottobre 2013

EFFETTO DEL TRATTAMENTO CON PANITUMUMAB SULLA SOPRAVVIVENZA GLOBALE DI PAZIENTI CON TUMORE METASTATICO DEL COLON-RETTO, REFRATTARIO ALLA CHEMIOTERAPIA

I risultati dello studio di fase 3 (20020408), multicentrico, randomizzato, controllato, suggeriscono un effetto positivo del trattamento con panitumumab, che si osserva con un miglioramento della sopravvivenza globale, sia in tutti i pazienti che in quelli il cui tumore esprime KRAS ‘wild-type’, rispetto alla migliore cura di supporto. Panitumumab è un anticorpo monoclonale completamente umanizzato che si lega al recettore del fattore di crescita epidermico. Anche se i risultati dell’analisi primaria di uno studio di fase 3, randomizzato, controllato, avevano suggerito un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza libera da progressione nei pazienti che hanno ricevuto panitumumab, i risultati di sopravvivenza globale sono stati coperti dall’uso della migliore cura di supporto nei pazienti che avevano scelto di ricevere la terapia con l’anticorpo monoclonale dopo progressione della malattia (‘crossover’). Nello studio pubblicato sulla rivista Targeted Oncology (leggi abstract), gli investigatori canadesi, belgi e italiani (gruppo del dottor Salvatore Siena dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano) presentano tre analisi post-hoc che uniformano l’effetto del trattamento con panitumumab sulla sopravvivenza globale sia nella popolazione che comprende tutti i pazienti randomizzati che quella con tumori KRAS ‘wild-type’, utilizzando i pazienti con mutazione di KRAS sottoposti a migliore cura di supporto come gruppo di comparazione per eliminare l’effetto del ‘crossover’ da migliore cura di supporto a panitumumab. L’analisi post-hoc primaria ha indicato una sopravvivenza globale mediana di 6.4 mesi quando si comprendevano tutti i pazienti sottoposti a valutazione di KRAS e randomizzati a panitumumab, rispetto a 4.4 mesi nei pazienti con tumori che esprimevano mutazione di KRAS, randomizzati alla migliore cura di supporto, ottenendo un hazard ratio aggiustato di 0.764 (IC 95%: 0.598 – 0.977). Risultati simili sono stati osservati nelle due analisi post-hoc secondarie. In conclusione, queste analisi suggeriscono un effetto positivo del trattamento con panitumumab sia nella popolazione globale che in quella dei pazienti con tumori KRAS ‘wild-type’, consistente con un miglioramento della sopravvivenza globale rispetto alla migliore cura di supporto.
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