mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
16 Ottobre 2012

DISCREPANZA FRA ALTO TASSO DI RISPOSTA PATOLOGICA COMPLETA E BASSO TASSO DI CHIRURGIA CONSERVATIVA DELLA MAMMELLA: ANALISI DALLO STUDIO NEOALTTO (BIG 1-06)

I risultati di un’analisi dello studio NeoALTTO (Neoadjuvant Lapatinib and/or Trastuzumab Treatment Optimisation), presentati al congresso ESMO 2012 dalla dott.ssa Carmen Criscitiello dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, indicano che le caratteristiche tumorali prima della terapia neoadiuvante assumono importanza primaria nella decisione del tipo di chirurgia da eseguire, indipendentemente dalla risposta osservata. Ciò corrisponderebbe a un’ampia percentuale di donne alle quali viene negata la possibilità di preservare l’integrità della mammella. Lo studio NeoALTTO (BIG 1-06) ha mostrato che paclitaxel associato a lapatinib e trastuzumab può quasi raddoppiare la risposta patologica completa (pCR) rispetto a paclitaxel combinato all’uno o all’altro anticorpo (51.3 vs 29.5 vs 24.7%). Tuttavia l’alto tasso di pCR non corrispondeva a una percentuale più elevata di chirurgia conservativa della mammella, che si attestava intorno al 40% nei 3 bracci di trattamento. Le pazienti che presentavano tumore al seno HER2+ sono state randomizzate a trastuzumab o lapatinib o alla loro combinazione in associazione a paclitaxel, prima della procedura chirurgica. Gli investigatori dello studio NeoALTTO hanno quindi esaminato i diversi fattori che potevano influire sulla scelta della procedura chirurgica. Endpoint primario era la pCR, definito come assenza di tumore invasivo del seno al momento della chirurgia. Nello studio, pubblicato sulla rivista Annals of Oncology (vedi abstr. 2470PR, pag. ix95), è stata esaminata l’associazione tra il raggiungimento di pCR e il tipo di chirurgia, l’età, l’istologia, il grado e le dimensioni del tumore, lo stato ER, la multicentricità, la risposta alla terapia e la nazione in cui si è attuato il trattamento. Tra le 429 pazienti eleggibili per l’analisi (26 sono state escluse perché non si erano sottoposte a chirurgia della mammella), 160 (37%) hanno ottenuto una pCR, 242 (57%) hanno subito mastectomia e 187 (43%) si sono sottoposte a chirurgia conservativa della mammella. La mastectomia è stata eseguita più frequentemente se la paziente aveva un’età < 50 anni, se trattata in Paesi in via di sviluppo e se il tumore era multicentrico e di dimensioni > 5 cm o ER-. Tutte le 17 pazienti che avevano ricevuto diagnosi di cancro lobulare sono state sottoposte a mastectomia, indipendentemente dal raggiungimento di pCR. Delle 68 pazienti che avevano mostrato risposta radiologica completa, 36 (53%) sono state ugualmente sottoposte a mastectomia e 25 (70%) hanno manifestato una pCR. Delle 128 pazienti prese in considerazione per la chirurgia conservativa della mammella al momento dello screening, solo a 95 (74%) è stata eseguita la procedura e le percentuali erano simili rispetto allo stato pCR (79% con pCR vs 72% senza pCR). Al contrario, il 30% delle pazienti, inizialmente considerate inoperabili o per le quali era consigliabile la mastectomia, è stata sottoposta a chirurgia conservativa della mammella. In conclusione, le caratteristiche tumorali prima della terapia neoadiuvante sembrano giocare un ruolo fondamentale nella decisione del tipo di chirurgia, indipendentemente dalla risposta al trattamento. Questo potrebbe negare la possibilità di preservare l’integrità della mammella a un’ampia percentuale di donne. Questi risultati, quindi, dovrebbero essere presi in seria considerazione quando si stabiliscono i criteri per la chirurgia conservativa della mammella, dopo la terapia neoadiuvante.

Scarica il volume degli abstract del Congresso ESMO 2012
TORNA INDIETRO