mercoledì, 23 ottobre 2024
Medinews
2 Dicembre 2019

Clinical progression is associated with poor prognosis whatever the treatment line in metastatic castration resistant prostate cancer: The CATS international database

Our goal was to evaluate the impact of progression type (prostate-specific antigen [PSA] only, radiological or clinical) at initiation of first-, second- and third life-extending therapy (LET) on treatment outcomes in metastatic castration-resistant prostate cancer (mCRPC) patients, by performing a post-hoc analysis using data from the CATS international registry. The 669 consecutive mCRPC patients of the CATS registry were classified according to their type of progression at … (leggi tutto)

Basandosi sui dati di un registro internazionale di pazienti sottoposti a varie linee di trattamento per carcinoma della prostata resistente alla castrazione, gli autori della pubblicazione su European Journal of Cancer si sono focalizzati sul ruolo prognostico della progressione clinica, rispetto alla progressione strumentale e alla progressione biochimica (PSA).
Il database comprendeva 669 pazienti che, ai fini di questa analisi post hoc, sono stati classificati in 3 gruppi sulla base del tipo di progressione al momento dell’inizio di ciascuna linea di terapia sistemica: sola progressione biochimica (PSA) senza progressione strumentale né clinica; progressione radiologica (con o senza aumento del PSA); progressione clinica (con o senza aumento del PSA e con o senza progressione radiologica). Endpoint primario dell’analisi, per ciascuna delle linee di terapia, era la sopravvivenza globale.
Come atteso, la sopravvivenza è significativamente peggiore quando l’inizio di una linea di terapia è determinato da una progressione clinica: per il gruppo di pazienti che ricevevano una terapia di prima linea, la differenza in sopravvivenza mediana (a sfavore di chi aveva una progressione clinica) è risultata pari a 14 mesi, e pari a 7 mesi per i pazienti che ricevevano una seconda o una terza linea. I dati di sopravvivenza libera da progressione vanno nella medesima direzione.
Sulla base di tali risultati, gli autori suggeriscono l’opportunità di stratificare i pazienti, nelle sperimentazioni cliniche condotte nel setting resistente alla castrazione, sulla base del tipo di progressione. Inoltre, in termini di implicazioni per la pratica clinica, i risultati suggeriscono l’importanza di non sottovalutare la comparsa di sintomi di progressione clinica (indipendentemente dall’andamento del PSA), per valutare l’opportunità di considerare fallita la linea precedente e iniziare una nuova linea di terapia sistemica, consapevoli comunque anche delle implicazioni prognostiche di tale presentazione clinica.
TORNA INDIETRO