11 Aprile 2004
TUMORE DEL COLON-RETTO: LA CAPECITABINA RIDUCE IL RISCHIO RECIDIVA POST INTERVENTO
Sono stati presentati i risultati di uno studio che ha coinvolto quasi 2.000 pazienti e che dimostra come capecitabina, chemioterapia orale mirata, potrebbe sostituire l’attuale terapia adiuvante standard, nota con il nome di regime Mayo Clinic (iv 5-FU/LV), grazie al suo superiore profilo di efficacia e sicurezza. In particolare la molecola nella terapia adiuvante ha raggiunto il suo obiettivo primario di dimostrare almeno la stessa sopravvivenza libera dalla malattia. Lo studio evidenzia inoltre la capacità della capecitabina di ridurre del 14% il rischio di recidiva del tumore (sopravvivenza libera da recidiva) rispetto alla terapia standard i.v. 5-FU/LV. “Questi dati – sostiene Jim Cassidy, professore di Oncologia e Chair of Medical Oncology, Beatson Oncology Centre, che ha presentato i dati dello studio X-ACT all’ASCO – evidenziano il grande potenziale di capecitabina di curare i pazienti malati di tumore al colon retto in fase iniziale. Inoltre – prosegue Cassidy – giustificano gli ulteriori studi già in corso o pianificati, che avranno tra i loro obiettivi di verificare l’efficacia di capecitabina in combinazione con altre chemioterapie o terapie mirate come bevacizumab”.
Secondo Stefan Manth, Business Director in Oncologia di Roche, “i risultati di questo studio offrono nuove speranze ai pazienti e alle loro famiglie. Al momento, stiamo studiando capecitabina su più di 6.000 pazienti e potremo così stabilirne l’importanza nella lotta al tumore”. In uno studio pilota di fase III bevacizumab ha allungato la sopravvivenza del 30% quando associato alla chemioterapia di prima linea in tumore al colon retto avanzato.