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Medinews
25 Novembre 2008

UE, IN ITALIA ANZIANI PIÙ LONGEVI MA MENO IN SALUTE

Italia in pole position in quanto a longevità, ma niente primo posto per il numero di anni vissuti in buone condizioni di salute: i nostri anziani, infatti, hanno un alto carico di malattie, cardiovascolari, osteoarticolari, demenze. Ciò significa che la loro qualità di vita non è tra le migliori. È quanto spiega Emanuele Scafato, direttore del Reparto Salute della popolazione dell’Istituto Superiore di Sanità commentando lo studio della rivista Lancet sulla longevità dei 25 paesi dell’Unione. “Dallo studio si vede anche un altro dato molto significativo e preoccupante – commenta Roberto Bernabei, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – noi spendiamo pochissimo del nostro PIL per l’assistenza agli anziani, solo lo 0,12%, meno della Lettonia (0,14%), la Svezia spende il 2,57%”. Condotto da Carol Jagger e Francesco Moscone dell’Università di Leicester, lo studio mostra che i maschi italiani sono i più longevi in Europa (aspettativa di vita di 80,4 anni), le donne al secondo posto dopo la Francia (85,4). Ma per il numero di anni vissuti in buone condizioni di salute, l’Italia lascia il primato alla Danimarca, sia per gli uomini (23,6 anni che in media restano da vivere in salute dopo i 50 anni), sia per le donne (24,1). L’Italia si assesta sui 20 anni, che è sempre buono ma indica che comunque gli italiani non invecchiano in salute, sottolinea Scafato: “infatti gli ultimi 3-5 anni di vita sono vissuti in malattia per le donne, inoltre da noi peggiora la salute mentale, aumentano le demenze e il 60% di tutti i farmaci viene consumato dagli ultrasessantenni”. “Siamo il Paese in Europa con meno servizi per gli anziani – aggiunge Bernabei – abbiamo solo il 2% degli ultrasessantacinquenni in residenze sanitarie assistenziali (RSA) e solo l’1% ha assistenza domiciliare, mentre nessun altro Paese europeo è sotto il 5% per RSA e assistenza domiciliare”.
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