8 Settembre 2009
TROPPI PAZIENTI ANCORA A RISCHIO DOPO TERAPIA
Nonostante gli avanzamenti della medicina, della chirurgia e delle campagne di sensibilizzazione, la ricorrenza degli eventi cardiaci nei pazienti affetti da disturbi cardiovascolari nei paesi occidentali e’ e rimane ‘soprendentemente troppo alta’ in termini di riospedalizzazione, di nuovi attacchi di cuore e di mortalita’. Soprattutto negli Stati Uniti e in Europa occidentale, mentre è più bassa nell’Europa dell’Est e in Giappone. Sono queste le conclusioni del rapporto Reach (Reduction of Atherothrombosis for Continued Health) Registry, presentato a Barcellona al Congresso annuale della Società Europea di Cardiologia in cui sono esaminati dati relativi a 32.247 pazienti: quelli con malattie vascolari sintomatiche hanno un tasso del 14,4% entro un anno dalla diagnosi di incorrere in un evento cardiaco, o di essere riospedalizzati e addirittura di morire. A 3 anni si sale al 28,4% e nei pazienti con problemi vascolari a diversi organi si arriva al 40,5% a 3 anni. ‘Siamo rimasti molto sorpresi dal vedere queste cifre – ha spiegato il coordinatore della ricerca Mark J. Alberts della Feinberg School – anche perche’ molti pazienti vengono sottoposti ad elevati standard di terapia. Che però non sembrano essere efficaci per tutti. Forse e’ il caso di ricorrere a interventi diversi e a terapie diverse dalle attuali’. Ogni anno in Italia si spendono 3,1 miliardi di euro per le malattie cardiovsacolari. In Germania 3,9 miliardi.
Agi – European Heart Journal