martedì, 22 ottobre 2024
Medinews
23 Aprile 2013

TRATTAMENTO E SOPRAVVIVENZA GLOBALE DEL CARCINOMA RENALE NELLA POPOLAZIONE SVEDESE

Un incremento dei tassi di nefrectomia e l’uso di inibitori delle tirosin-chinasi possono aver contribuito a migliorare la sopravvivenza tra il 2000 e il 2008

Lo studio di popolazione, retrospettivo, registrativo, pubblicato sulla rivista British Journal of Cancer (leggi abstract), ha valutato la sopravvivenza globale (OS) e i fattori che la influenzano in pazienti svedesi con carcinoma renale. L’analisi del rischio proporzionale di Cox è stata condotta utilizzando tre registri nazionali di salute, combinati, ed è stata usata, in tre modelli, per determinare l’impatto del trattamento con citochine (interferone-alfa) e inibitore tirosin-chinasico (TKI, sunitinib o sorafenib) sulla OS nel carcinoma renale metastatico. Tra il 2000 e il 2008, in Svezia, 8009 pazienti hanno ricevuto diagnosi di carcinoma renale e 2753 di malattia metastatica (nel periodo 2002 – 2008). La OS mediana, nei pazienti con carcinoma renale che hanno ricevuto diagnosi tra il 2006 e il 2008, non è stata raggiunta rispetto a 47.9 mesi nel periodo 2000 – 2005 (p < 0.001; nei pazienti con diagnosi di carcinoma renale metastatico tra il 2006 e il 2008 la OS è risultata di 12.4 mesi, rispetto a 9.6 mesi nel periodo 2002 – 2005 (p = 0.004). I ricercatori del Karolinska University Hospital and Karolinska Institutet di Solna, Sahlgrenska University Hospital e Sahlgrenska Academy, University of Gothenburg, e Umeå University hanno osservato che i fattori associati a un significativo miglioramento della OS nel carcinoma renale erano il sesso femminile, l’età più giovane e una precedente nefrectomia, mentre nel carcinoma metastatico lo erano il sesso femminile, una precedente nefrectomia e la prescrizione di un qualsiasi TKI (modello 1: OS aggiustata per la mediana: 19.4 mesi con TKI vs 9.7 mesi nei pazienti non trattati con TKI; hazard ratio 0.621; p < 0.001). In conclusione, gli autori hanno evidenziato un miglioramento della OS nei pazienti svedesi che hanno ricevuto diagnosi di carcinoma renale e carcinoma renale metastatico nel periodo 2006 – 2008, rispetto agli anni 2000 – 2005 (per il tumore renale) e 2002 – 2005 (per la malattia metastatica). Sebbene l’origine sia multifattoriale, i risultati suggeriscono che l’incremento dei tassi di nefrectomia e l’uso di inibitori delle tirosin-chinasi abbiano contribuito al miglioramento registrato nei pazienti con carcinoma renale metastatico.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 4 – Aprile 2013
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