martedì, 22 ottobre 2024
Medinews
27 Febbraio 2013

TRATTAMENTO DELL’ANEMIA CON PEGINESATIDE IN PAZIENTI CON MALATTIA RENALE CRONICA NON DIALIZZATI

Peginesatide è un agente peptidico che stimola l’eritropoiesi (ESA) potenzialmente efficace nel trattamento dell’anemia in pazienti con malattia renale cronica in stadio avanzato. I ricercatori afferenti ai gruppi di studio PEARL (Peginesatide for the Correction of Anemia in Patients with Chronic Renal Failure Not on Dialysis and Not Receiving Treatment with Erythropoiesis-Stimulating Agents) hanno valutato la sicurezza e l’efficacia di peginesatide, rispetto a un altro ESA (darbepoetina), in 983 pazienti con malattia renale cronica non sottoposti a dialisi. In due studi randomizzati, controllati, in aperto (PEARL 1 e 2), i pazienti hanno ricevuto peginesatide una volta al mese, ad una dose iniziale di 0,025 o 0,04 mg/kg di peso corporeo, oppure darbepoetina ogni 2 settimane, ad una dose iniziale di 0,75 μg/kg. Le dosi dei due ESA sono state aggiustate per ottenere e mantenere livelli di emoglobina tra 11,0 e 12,0 g/dl per 52 settimane o più a lungo. Endpoint primario di efficacia era la variazione media tra il livello basale di emoglobina e il livello medio durante il periodo di valutazione. La non-inferiorità era confermata se il limite più basso dell’intervallo di confidenza al 97,5% a due code era superiore o uguale a -1,0 g/dl. La sicurezza cardiovascolare è stata valutata sulla base di un endpoint composito. I dati indicano che, in entrambi gli studi e alle due dosi iniziali utilizzate, peginesatide è risultato non-inferiore a darbepoetina nell’aumentare e mantenere i livelli di emoglobina. Le differenze medie dei livelli di emoglobina con peginesatide, rispetto a darbepoetina, nello studio PEARL 1 erano 0,03 g/dl (intervallo di confidenza [IC] 97,5%: da -0,19 a 0,26) con la dose iniziale più bassa e 0,26 g/dl (IC 97,5%: da 0,04 a 0,48) per la dose iniziale più alta. Nello studio PEARL 2, le differenze medie erano rispettivamente 0,14 g/dl (IC 97,5%: da -0,09 a 0,36) e 0,31 g/dl (IC 97,5%: da 0,08 a 0,54). L’hazard ratio dell’endpoint di sicurezza cardiovascolare con peginesatide, rispetto a darbepoetina, era 1,32 (IC 95%: da 0,97 a 1,81), con una più alta incidenza di morte, angina instabile e aritmia nei pazienti che ricevevano il farmaco. In conclusione, l’efficacia di peginesatide (somministrato una volta al mese) è risultata comparabile a quella di darbepoetina (somministrata ogni 2 settimane) nell’aumentare e mantenere i livelli di emoglobina. Tuttavia, gli eventi cardiovascolari e la mortalità nei pazienti con malattia renale cronica, non sottoposti a dialisi, erano superiori con peginesatide.

Peginesatide for Anemia in Patients with Chronic Kidney Disease Not Receiving Dialysis. New England Journal of Medicine 2013 Jan 24; 368:320
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