Il trattamento del cavo ascellare nelle pazienti con carcinoma della mammella in fase iniziale si è drammaticamente evoluto negli ultimi anni dai primi approcci molto radicali ai recenti sempre più conservativi. Classicamente, a queste pazienti con linfonodi ascellari clinicamente positivi viene offerta la dissezione dei linfonodi ascellari (ALND) mentre a quelle con linfonodi negativi (cN0) è consigliata la biopsia del linfonodo sentinella (SLN), che evita le complicanze correlate alla ALND e permette un’adeguata stadiazione chirurgica e un controllo loco-regionale e sopravvivenza comparabili. I ricercatori di Vall d’Hebron University Hospital di Barcellona e Istituto Nazionale dei Tumori di Milano hanno discusso in questo studio, pubblicato sulla rivista Annals of Oncology (
leggi abstract), la questione sollevata negli ultimi anni riguardo la necessità di eseguire la ALND quando il linfonodo sentinella risulta positivo ed è contemporaneamente somministrato un trattamento adiuvante. D’altra parte, studi clinici in corso stanno valutando se le pazienti linfonodo-positive possano evitare la chemioterapia, sulla base della biologia intrinseca del tumore primario. Poiché è necessaria l’integrazione tra nuovi trattamenti chirurgici e biologia tumorale, questo articolo offre una panoramica delle attuali sfide che una più profonda conoscenza della biologia tumorale ha portato nella stadiazione e nel trattamento del tumore mammario iniziale. Gli autori, dunque, suggeriscono che gli specialisti del tumore alla mammella (chirurghi, radioterapisti e oncologi medici) focalizzino i loro sforzi offrendo una terapia personalizzata per le necessità di ogni paziente in modo che qualsiasi trattamento sia utilizzato non si verifichi alcun eccesso di terapia.