Studies examining longitudinal associations between socioeconomic factors and quality of life (QoL) in cancer patients are rare. This study investigates changes in QoL over a 6-month period. Four hundred forty-two cancer patients (mean age 64, SD = 11, 70% male) completed standardized questionnaires at the beginning (t1) and end (t2) of their hospital stay and 3 (t3) and 6 months (t4) thereafter. QoL was assessed with the EORTC QLQ-C30 core questionnaire … (leggi tutto)
Qualche anno fa, un’analisi italiana (pubblicata su Ann Oncol. 2016 Dec;27(12):2224, leggi) aveva dimostrato un’associazione tra le difficoltà finanziarie e l’outcome della malattia oncologica, sia in termini di qualità di vita che di sopravvivenza, pur nell’ambito di un servizio sanitario come quello italiano, nel quale la gran parte dell’assistenza dovrebbe – almeno in linea di principio – prescindere dal reddito e dalle possibilità economiche del paziente. Anche a causa del notevole costo dei farmaci oncologici innovativi e del crescente dibattito sulla sostenibilità economica, negli ultimi anni l’attenzione al problema è cresciuta e la letteratura relativa all’associazione tra difficoltà finanziarie e outcome dei pazienti oncologici è andata arricchendosi di vari lavori, sia condotti negli Stati Uniti che in Europa.In questo panorama, merita una citazione l’analisi recentemente pubblicata da autori tedeschi su Supportive Care in Cancer. L’analisi ha valutato la qualità di vita, misurata mediante la somministrazione del questionario EORTC QLQ-C30, in 442 pazienti oncologici, valutandoli sia all’inizio e alla fine del ricovero iniziale, sia 3 e 6 mesi dopo. Obiettivo dell’analisi era la descrizione dell’andamento dei vari domini della qualità di vita, in relazione alle caratteristiche socio-economiche dei pazienti (livello di istruzione, stato lavorativo, reddito), correggendo per le principali caratteristiche cliniche e prognostiche.
I risultati documentano un’associazione significativa tra minor reddito e peggior qualità di vita, in molti domini (physical functioning, role functioning, qualità di vita globale), mentre il tipo di lavoro o il livello di istruzione non mostravano associazioni significative.
Da una parte, il risultato può essere visto come la semplice conferma (forse scontata) dell’impatto negativo delle difficoltà economiche dei pazienti oncologici. Dall’altra, è utile a ricordare a tutti l’importanza dell’attenzione a questi aspetti sin dal momento della valutazione iniziale e della presa in carico, nell’ottica della collaborazione tra figure diverse (medico, infermiere, assistente sociale, psicologo, servizi sul territorio), per provare a ridurre le difficoltà del già impegnativo percorso del paziente.