venerdì, 28 marzo 2025
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21 Marzo 2013

TERAPIA CON INTERLEUCHINA 2 E INTERFERONE ALFA SEGUITA DA SORAFENIB NEL CARCINOMA RENALE

Il regime sequenziale ha mostrato efficacia e tossicità controllabile in una popolazione di pazienti con malattia in stadio avanzato

L’immunoterapia con interleuchina 2 (IL-2) e interferone alfa (IFN-alfa) è rimasta il trattamento di scelta per il carcinoma renale in stadio avanzato fino a quando la terapia anti-angiogenica con inibitori delle tirosin-chinasi è stata sviluppata nei primi anni 2000. Questo studio clinico di fase II, pubblicato sulla rivista Clinical and Translational Oncology (leggi abstract), ha esplorato l’efficacia e la tossicità della terapia sequenziale con IL-2 e IFN-alfa seguiti da sorafenib. I criteri di eleggibilità includevano carcinoma renale misurabile, non operabile, istologicamente confermato con predominanza a cellule chiare, nessun trattamento sistemico precedente e performance status (PS) ECOG 0 – 2. Il regime di trattamento era costituito da un ciclo di 6 settimane di IL-2 per via sottocutanea (s.c.), al dosaggio di 9 x 106 UI ai giorni 1 – 6 delle settimane 1, 2, 4 e 5, in associazione a IFN-alfa s.c., al dosaggio di 6 x 106 UI ai giorni 1, 3 e 5 delle settimane 1 – 6. Ai ‘responder’ è stato somministrato questo regime per ulteriori 6 settimane. Tutti i pazienti hanno ricevuto sorafenib per via orale (400 mg bid), dopo l’immunoterapia, fino a progressione della malattia. Endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione (PFS). I ricercatori dell’Hospital de la Santa Creu i Sant Pau di Barcellona hanno arruolato in totale 41 pazienti, con età mediana di 57 anni, PS ECOG 0 in 17 pazienti e 1 in altri 20; 35 avevano subito precedente nefrectomia e 18 avevano tumore a cellule chiare puro. La PFS mediana è risultata di 7.4 mesi (IC 95%: 6.5 – 13.1) e la sopravvivenza globale (OS) di 16.6 mesi (IC 95% non raggiunta). In 36 pazienti con risposta valutabile, il tasso di risposta obiettiva (ORR) è stato del 44.4% e il tasso di controllo della malattia del 94.4%; la maggior parte degli eventi avversi comprendeva tossicità di grado 1 o 2 (84.7%). Durante l’immunoterapia, i più comuni eventi avversi sono stati febbre (82.9%), astenia (56.1%) e anoressia (46.3%), mentre con sorafenib sono state osservate diarrea (48.8%) e sindrome mano-piede (46.3%). In conclusione, un regime sequenziale con immunoterapia contenente IL-2 e IFN-alfa seguito da sorafenib ha mostrato efficacia e tossicità controllabile in una coorte di pazienti con carcinoma renale in stadio avanzato.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 3 – Marzo 2013
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