Nei pazienti maschi in terapia di deprivazione androgenica, né venlafaxina né la soia sono risultate efficaci nel ridurre le vampate, suggerendo che interventi che sembrano efficaci nel ridurre le vampate nelle donne non sempre risultano altrettanto efficaci negli uomini. Le vampate si manifestano in circa l’80% degli uomini sottoposti a terapia di deprivazione androgenica, ma pochi studi sono stati condotti per contrastare i sintomi nei maschi. Nello studio pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Oncology (
leggi abstract), i pazienti maschi eleggibili in terapia di deprivazione androgenica sono stati randomizzati (disegno fattoriale 2 x 2) a uno di 4 regimi giornalieri di trattamento per 12 settimane: proteine del latte in polvere e pillola di placebo, venlafaxina e proteine del latte in polvere, proteine della soia in polvere e pillola di placebo oppure venlafaxina e proteine della soia in polvere. Endpoint primario era il punteggio di severità del sintomo vampate (HFSSS), definito come severità del numero di volte in cui si manifestano le vampate; endpoint secondario era invece la qualità di vita (QoL), valutata con il Functional Assessment of Cancer Therapy-Prostate. In totale, i ricercatori statunitensi hanno arruolato 120 pazienti di età compresa tra 46 e 91 anni, la maggior parte di razza bianca (78%) e in sovrappeso oppure obesi (83%). La tossicità del trattamento è risultata minima, ma né venlafaxina né le proteine della soia da soli o in combinazione hanno mostrato un effetto significativo sull’HFSSS. Solo le proteine della soia, ma non venlafaxina, hanno migliorato la QoL. In conclusione, nei pazienti maschi in terapia di deprivazione androgenica, né venlafaxina né le proteine della soia hanno mostrato efficacia nel ridurre le vampate. Gli autori hanno infine osservato che interventi che sembrano efficaci per questo sintomo nelle donne non sempre si dimostrano altrettanto efficaci negli uomini.