giovedì, 28 settembre 2023
Medinews
18 Giugno 2013

STUDIO JCOG 0102: CHEMIOTERAPIA NEOADIUVANTE E/O CHIRURGIA RADICALE NEL CARCINOMA DELLA CERVICE UTERINA IN STADIO IB2, IIA2 E IIB

La chemioterapia neoadiuvante (NACT) con regime BOMP (bleomicina, vincristina, mitomicina e cisplatino) prima della resezione radicale (RS) non offre una migliore sopravvivenza globale, ma riduce il numero di pazienti che ricevono radioterapia (RT) post-operatoria. Uno studio clinico (JCOG 0102) randomizzato, controllato, di fase III è stato condotto dal Japan Clinical Oncology Group, coordinato da ricercatori del Nippon Medical School Musashikosugi Hospital di Kawasaki, per determinare se la NACT somministrata prima della RS migliori la sopravvivenza globale delle pazienti con carcinoma a cellule squamose delle cervice uterina in stadio IB2, IIA2 e IIB randomizzate a BOMP (bleomicina 7 mg ai giorni 1 – 5; vincristina 0,7 mg/m2 al giorno 5; mitomicina 7 mg/m2 al giorno 5; cisplatino 14 mg/m2 ai giorni 1 – 5; ogni 3 settimane per 2 – 4 cicli) e RS (gruppo NACT) o a sola RS (gruppo RS). Le pazienti che presentavano fattori di alto rischio patologico hanno ricevuto anche RT post-operatoria. Endpoint primario dello studio pubblicato sulla rivista British Journal of Cancer (leggi abstract) era la sopravvivenza globale. I risultati indicano che in totale sono state randomizzate al trattamento 134 pazienti, ma lo studio è stato chiuso prematuramente, dopo la prima analisi ad interim pianificata, perché la sopravvivenza globale nel gruppo NACT è risultata inferiore a quella registrata nel gruppo a sola RS. Le pazienti che hanno ricevuto RT post-operatoria erano significativamente in numero inferiore nel gruppo NACT (58%) rispetto a quello randomizzato a sola RS (80%; p = 0.015) e la sopravvivenza globale a 5 anni è risultata pari al 70.0% nel gruppo NACT vs 74.4% nel gruppo RS (p = 0.85). In conclusione, la chemioterapia neoadiuvante con il regime BOMP, somministrata prima della resezione radicale, non ha migliorato, in questo studio, la sopravvivenza globale pur riducendo il numero di pazienti che hanno ricevuto radioterapia post-operatoria.
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