La procedura chirurgica normalmente causa una transitoria ma effettiva immunodepressione nei pazienti con carcinoma renale (CCR). Sebbene dal giorno +8 lo stato immunologico tenda a normalizzare, le terapie immunostimolanti potrebbero essere considerate in fase peri-operatoria per ridurre l’immunodepressione e possibilmente anche la recidiva della malattia. Questo affermano ricercatori italiani nello studio pubblicato sulla rivista Oncology Reports (
leggi abstract originale). L’immunodepressione è una caratteristica del CCR che si associa a molti altri difetti immunologici, prevalentemente cellulo-mediati, ma è molto evidente anche in pazienti alla prima diagnosi. Nello studio sono state quantificate (con citometria a flusso) le principali classi di linfociti circolanti e il numero totale di cellule dendritiche circolanti in 47 pazienti con CCR al momento della diagnosi (T0) e 12 ore (T2), 24 ore (T2) e 8 giorni dopo nefrectomia radicale o ‘nephron sparing’. I pazienti presentavano in T0 un grave stato di immunodepressione che coinvolgeva cellule T native, cellule T della memoria, NK CD16+ e cellule dendritiche circolanti, e che peggiorava dopo la procedura chirurgica (T1 e T2) e coinvolgeva la maggior parte delle classi cellulari analizzate. Otto giorni dopo la rimozione del tumore i parametri analizzati tendevano a normalizzarsi riportandosi verso i valori basali.