L’ottimizzazione della prevenzione secondaria è importante almeno quanto la scelta del tipo di stent a eluizione di farmaco di nuova generazione da impiantare in una specifica lesione. E’ la conclusione cui sono giunti i ricercatori guidati da Sigmund Silber dell’Intracoronary stenting and antithrombosis research (Isar) center presso il Deutschen Herzzentrum di Monaco (Germania), grazie a Resolute all comers, trial svolto in 17 centri d’Europa e Israele. Sono stati selezionati pazienti con almeno una lesione coronarica di 2,25-4,0 mm di diametro e stenosi superiore al 50%, assegnati in modo randomizzato a ricevere uno stent a eluizione di due diversi farmaci, per un totale di quasi 1.300 partecipanti. Non sono state poste restrizioni relativamente al numero di vasi o di lesioni da trattare, o agli stent da impiantare. In entrambi i gruppi sono state valutate due serie di risultati: la prima correlata al dispositivo e cioè la mancata risoluzione della lesione (morte cardiaca, infarto miocardico nell’area del vaso lesionato, rivascolarizzazione della lesione causata da ischemia); la seconda serie di risultati era invece più direttamente legata al paziente (decessi, infarti e rivascolarizzazioni, di ogni genere). Al follow-up di 24 mesi, entrambi gli esiti composti non differivano tra i due gruppi, ma vi era un maggior numero di eventi correlati al paziente rispetto a quelli correlati allo stent. Un dato che evidenzia come – commentano gli autori dello studio –, in pazienti con caratteristiche cliniche e lesionali complesse, la prevenzione secondaria rivesta un ruolo altrettanto importante della scelta della tipologia di stent.
DoctorNews – Lancet
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- STENOSI: LA PREVENZIONE SECONDARIA E’ IMPORTANTE QUANTO LA SCELTA DELLO STENT