Studio retrospettivo italiano del gruppo GICAT indica una sopravvivenza favorevole associata a un moderato profilo di sicurezza
Sono disponibili pochi dati sulla sicurezza e sull’efficacia di sorafenib in pazienti con HIV e carcinoma epatico non operabile, trattati con terapia anti-retrovirale molto potente (HAART). Tra luglio 2007 e ottobre 2010, ricercatori di vari centri italiani afferenti al Gruppo Italiano Cooperativo AIDS e Tumori (GICAT) hanno somministrato a 27 pazienti HIV-positivi con carcinoma epatico non operabile sorafenib e contemporanea HAART. Lo studio, pubblicato sulla rivista Anticancer Drugs (leggi abstract), ha mostrato risposta parziale in 3 pazienti, stabilizzazione della malattia in 12 e progressione in altri 12. Il tempo mediano alla progressione e la sopravvivenza globale erano rispettivamente di 5.1 (range: 0.5 – 13.3) e 12.8 (range: 1.1 – 23.5) mesi. Le tossicità di grado 3 e 4 includevano diarrea (4 pazienti, 14.8%), ipertensione (3 pazienti, 11%) e reazione cutanea mano-piede (4 pazienti, 14.9%), ma la maggior parte degli effetti collaterali correlati al farmaco era di grado basso e controllabile.Liver Cancer Newsgroup – Numero 1- Gennaio 2013