L’impatto delle variabili sulla sopravvivenza non è lineare nel tempo, ma le informazioni aiuteranno la gestione delle terapie adiuvanti e la selezione dei pazienti per il trapianto
Le stime di sopravvivenza sono frequentemente riportate come sopravvivenza attuariale fin dalla prima osservazione, ma le probabilità di sopravvivenza futura possono variare nel tempo. La sopravvivenza condizionale (CS) è una misura della prognosi per i pazienti che sono sopravvissuti parecchi anni dopo la diagnosi, tuttavia, i dati sulla CS nei pazienti cirrotici, che hanno subito resezione del carcinoma epatico, non sono disponibili. I ricercatori del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi e Università di Bologna hanno riesaminato le cartelle cliniche di 300 pazienti cirrotici consecutivi, sottoposti a resezione del carcinoma epatico, e ne hanno stimato la sopravvivenza attuariale. La CS a 5 anni è stata calcolata con la formula: CS = S(x+5)/S(x) e rappresenta la probabilità di sopravvivenza per ulteriori 5 anni, quando il paziente è sopravvissuto già (x) anni. Lo studio pubblicato sulla rivista Clinical Cancer Research (leggi abstract) ha indicato tassi di sopravvivenza a 3, 5 e 10 anni rispettivamente di 69.0, 57.7 e 25.3%, ma questi sono risultati più bassi nei pazienti con ipertensione portale, punteggio MELD ≥ 9, tumore T3 (United-Network for Organ-Sharing), tumori G3-G4 e invasione microvascolare. Tuttavia, il calcolo della CS a 5 anni ha mostrato che i pazienti che hanno subito resezione di tumori in stadio più avanzato (T3) o con caratteristiche istologiche più sfavorevoli avranno la stessa probabilità di sopravvivenza dei pazienti con tumori in stadio meno avanzato o con istologia favorevole negli anni successivi al terzo, dopo il trattamento chirurgico, dato che hanno probabilmente evitato la recidiva di metastasi intraepatiche. I pazienti sottoposti a epatectomia ripetuta per la recidiva presentano una CS più alta. In conclusione, la sopravvivenza condizionale indica che l’impatto delle diverse variabili che influenzano la sopravvivenza non è lineare nel tempo dopo resezione epatica. Secondo gli autori, l’informazione che si ottiene può essere utilizzata per meglio gestire i pazienti con carcinoma epatico, incluso il potenziale ambito futuro delle terapie adiuvanti e la scelta della lista di trapianto, o meno, per i pazienti resecati che non hanno mostrato recidiva entro 2 anni.Liver Cancer Newsgroup – Numero 7 – Agosto 2012