Uno studio pubblicato nella rivista Haematologica (
leggi abstract originale) sottolinea il prolungamento della sopravvivenza a lungo termine nei pazienti giovani affetti da leucemia mieloide cronica (LMC) da porsi in relazione all’impiego delle nuove terapie. Negli ultimi decenni, nuovi trattamenti della LMC, tra cui il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche, la terapia con interferone e, più recentemente, quella con inibitori della tirosin-chinasi, come l’imatinib, sono entrati nella pratica clinica e l’impatto che queste terapie hanno sulla sopravvivenza a lungo termine dovrebbe essere reso noto nel più breve tempo possibile. Ricercatori del German Cancer Research Center di Heidelberg, in collaborazione con il Weill Cornell Medical Center di New York, hanno calcolato le percentuali di sopravvivenza a 5 e 10 anni in pazienti statunitensi con LMC, suddivisi in gruppi d’età, nei periodi 1990-1992 e 2002-2004. Gli autori hanno analizzato le cartelle cliniche di 8329 pazienti di età
> 15 anni con prima diagnosi di LMC ed inclusi nel database del programma SEER (Surveillance, Epidemiology, and End Results). Dall’analisi dei dati, la sopravvivenza a 5 anni è passata dal 27 al 49% e quella a 10 anni dal 9.5 al 34%, relativamente ai periodi 1990-1992 e 2002-2004. Il miglioramento era più evidente nei pazienti più giovani, con un aumento della sopravvivenza relativa a 10 anni dal 16 al 72% nel gruppo d’età compreso tra 15 e 44 anni, dal 12 al 54% nei pazienti di 45-54 anni e dall’8 al 34% in quelli di 55-64 anni (p < 0.0001 per tutti i gruppi). Nei gruppi d’età maggiore (65-74 anni e > 75), il miglioramento era modesto e non significativo e la sopravvivenza è rimasta molto limitata.
SIENEWS – numero 22 – 20 novembre 2008