Adulti sopravviventi che nell’infanzia sono stati trattati con terapia contro il cancro presentano un rischio più alto di sviluppare complicanze gastrointestinali. I bambini che hanno ricevuto terapia anti-cancro possono infatti manifestare numerose tossicità a livello gastrointestinale (GI). Tuttavia, le conseguenze GI nel lungo termine non sono state studiate esaurientemente. Ricercatori dello UCSF Benioff Children’s Hospital di San Francisco hanno esaminato l’incidenza di esiti GI a lungo termine e identificato i fattori di rischio legati al trattamento. Gli esiti avversi a livello GI superiore, al fegato e al tratto GI inferiore sono stati valutati nei partecipanti al Childhood Cancer Survivor Study, uno studio condotto su 14358 sopravviventi al cancro in età pediatrica che avevano ricevuto la diagnosi tra il 1970 e il 1986. I dati sono stati successivamente comparati con quelli di fratelli/sorelle selezionati a random. L’età mediana di diagnosi del cancro era 6.8 anni (range: 0 – 21.0) e l’età mediana di valutazione degli esiti era 23.2 anni (range: 5.6 – 48.9) per i sopravviventi e 26.6 anni (range: 1.8 – 56.2) per fratelli/sorelle. Le percentuali di complicanze GI tardive riportate dai pazienti (verificatesi almeno 5 anni dopo la diagnosi di cancro) sono state esaminate e associate alle caratteristiche del paziente e ai trattamenti per il cancro, e aggiustate per età, sesso e razza. Lo studio pubblicato sulla rivista Gastroenterology (
leggi abstract originale) indica che i sopravviventi, rispetto a fratelli/sorelle, presentano un aumentato rischio di complicanze a insorgenza tardiva al tratto GI superiore (rate ratio [RR] 1.8, intervallo di confidenza [IC] 95%: 1.6 – 2.0), al fegato (RR 2.1, IC 95%: 1.8 – 2.5) e al tratto GI inferiore (RR 1.9, IC 95%: 1.7 – 2.2). Gli RR per la richiesta di colostomia/ileotomia, biopsia del fegato o sviluppo di cirrosi erano rispettivamente 5.6 (IC 95%: 2.4 – 13.1), 24.1 (IC 95%: 7.5 – 77.8) e 8.9 (IC 95%: 2.0 – 40.0). Una maggiore età alla diagnosi, una terapia intensificata, la terapia radiante o la chirurgia, entrambe all’addome, aumentavano il rischio di certe complicanze GI.