Siena, 24 ottobre 2008 – Cosa si può fare per migliorare la qualità di vita dei pazienti anticoagulati? Cosa c’è di nuovo in campo scientifico? Su questi argomenti si confronteranno i presidenti delle sezioni AIPA, l’Associazione Italiana Pazienti Anticoagulati, provenienti da tutta Italia ed i professionisti del settore durante la X Giornata Nazionale dell’Anticoagulato, a Siena il 25 ottobre. “I pazienti anticoagulati – spiega Giovanni Fabbri, presidente della sezione senese AIPA, organizzatrice del convegno – sono persone colpite da malattie quali trombosi venosa, embolia polmonare, ictus, fibrillazione atriale, protesi delle valvole cardiache, che devono mantenere una specifica fluidità del sangue e, per questo motivo, devono assumere quotidianamente un medicinale e si devono sottoporre a controlli periodici del sangue”. Deve essere eseguito uno specifico test di laboratorio ed in base al risultato viene modificato il dosaggio del farmaco, in relazione al tipo di malattia ed alle caratteristiche del paziente. Queste attività sono effettuate nei centri di sorveglianza della terapia anticoagulante, quasi quattrocento in tutta Italia. Anche al policlinico Santa Maria alle Scotte è attivo il Centro per la diagnosi della trombosi e sorveglianza delle terapie antitrombotiche, coordinato dal professor Roberto Cappelli. Durante il congresso sarà illustrata una delibera della Regione Toscana che introduce interessanti novità nella gestione di queste problematiche, si parlerà anche delle nuove modalità organizzative di questo servizio nell’ambito del territorio senese e del ruolo del medico di medicina generale nel controllo della terapia anticoagulante. Sarà presente anche il professor Francesco Marongiu, presidente della Federazione Centri Sorveglianza terapia Anticoagulante, che parlerà del presente e del futuro dei centri. “In Toscana – conclude Fabbri – ci sono circa 30.000 pazienti in terapia anticoagulante orale, di cui 1/3 a rischio d’interazione pericolosa con altri farmaci ed esposti a non corretto monitoraggio della fluidità del sangue. Il compito dell’AIPA è quindi quello di migliorare, insieme alle Istituzioni, la qualità di vita di queste persone”.
SIENEWS – numero 21 – 6 novembre 2008