Il test di tipizzazione del DNA del Papilloma virus (HPV-DNA) è risultato molto sensibile e abbastanza specifico per caratterizzare la neoplasia cervicale intraepiteliale (CIN) di grado 3 o più grave e ha permesso di ottenere risultati omogenei nei diversi studi che interessano siti e gruppi d’età differenti, tra cui anche donne di età inferiore a 35 anni. Ricercatori afferenti al Cervical Cancer Screening Group cinese hanno osservato che un aumento del punto di cut-off può offrire vantaggi ai futuri programmi di screening in Cina, specialmente quando interessano donne sotto i 35 anni, mentre al momento è ancora controverso l’uso del test HPV-DNA ad alto rischio per lo screening primario del cancro al collo dell’utero. Scopo dello studio, pubblicato nella rivista The Lancet Oncology (
leggi abstract originale), era determinare se il test HPV-DNA potesse essere applicato ai programmi di screening per il cancro cervicale in Cina o in altri Paesi in via di sviluppo. I ricercatori cinesi hanno condotto un’analisi su diversi studi di popolazione sul cancro cervicale eseguiti in Cina dal 1999 al 2008 con il test HPV-DNA (Hybrid Capture 2) oppure con citologia in base liquida o ispezione visiva con acido acetico (VIA). Le donne eleggibili erano sessualmente attive, non in gravidanza, con utero intatto e che non presentavano storia di CIN, cancro cervicale o irradiazione alla pelvi. Tutte le donne positive a uno dei test sono state inviate ad eseguire colposcopia o biopsia. Le lesioni cervicali sono state diagnosticate con biopsia richiesta o a random e l’accuratezza diagnostica del test HPV-DNA è stata valutata sulla presenza di CIN di grado 3 o più grave. I ricercatori hanno incluso nell’analisi 30371 donne da 17 studi di popolazione ‘cross-sectional’ condotti in varie parti della Repubblica Cinese. In seguito sono state escluse 1523 donne per inadeguatezza del campione per il test HPV-DNA o perché non era stata eseguita la biopsia, comprese le donne che avevano cellule squamose atipiche di significato non definito, lesione intraepiteliale squamosa di basso grado o più grave, citologia HPV positiva e negativa oppure risultati alla colposcopia positivi o persi e citologici non soddisfacenti. Il test HPV-DNA ha mostrato una sensibilità per il CIN di grado 3 o più grave del 97.5% (IC 95%: 95.7 – 98.7) e una specificità dell’85.1% (IC 95%: 82.3 – 87.9), rispettivamente superiore e inferiore alla citologia (sensibilità 87.9% [IC 95%: 84.7 – 90.7], specificità 94.7% [IC 95%: 93.5 – 96.0]) e al VIA (sensibilità 54.6% [IC 95%: 48.0 – 61.2], specificità 89.9% [IC 95%: 86.8 – 93.0]). La sensibilità non variava con lo studio o con l’età della donna (< 35 anni, 35 – 49 anni, ≥ 50 anni), ma la specificità si modificava con l’età (p < 0.0001) ed era più alta nelle donne al di sotto dei 35 anni (89.4%; IC 95%: 86.1 – 91.5). Un aumento del punto di cut-off positivo, raccomandato dal produttore, da 1 a 2 pg/mL ha portato a una riduzione della positività globale al test HPV-DNA dal 16.3% al 13.9% (p < 0.0001), con la conseguente diminuzione delle percentuali di riferimento, ma accompagnata da una sensibilità leggermente più bassa (da 97.5% a 95.2%). L’aumento del punto di cut-off a 10 pg/mL nelle donne più giovani di 35 anni ha mantenuto un’elevata sensibilità (97.7%, IC 95%: 87.7 – 99.9) e ha aumentato la specificità al 93.5% (IC 95%: 91.9 – 94.6). La ricerca ha ricevuto fondi dal Fogarty International Clinical Research Scholars Program (Fogarty International Center, US National Institutes of Health, attraverso l’International Clinical Research Fellows Program at Vanderbilt University), dall’Academic Capacity Development Program of the Beijing Municipal Commission of Education e dal Cancer Institute and Hospital of the Chinese Academy of Medical Sciences.