È stata osservata, probabilmente per la prima volta, una relazione tra dose di radiazione ricevuta al cuore durante radioterapia per il trattamento di un cancro in età pediatrica e mortalità cardiaca a lungo termine. Lo studio pubblicato nel Journal of Clinical Oncology (
leggi abstract originale) ha confermato anche un aumentato rischio di mortalità cardiaca associato ad un’alta dose cumulativa di antracicline. Ricercatori europei hanno valutato il ruolo del trattamento sulla mortalità globale e cardiovascolare nel lungo termine dopo aver sconfitto il cancro in età pediatrica. Hanno studiato 4122 sopravviventi per almeno 5 anni da un tumore diagnosticato in età pediatrica prima del 1986 in Francia e nel Regno Unito. Sono state raccolte le informazioni riguardanti la chemioterapia e la dose di radiazione erogata al cuore è stata stimata per i 2870 pazienti che erano stati sottoposti a radioterapia. Dopo un follow-up (medio: 27 anni) di 86453 persone-anno sono stati osservati 603 decessi (entro la fine del 2002). La percentuale di mortalità globale standardizzata era 8.3 volte più alta (IC 95%: 7.6-9.0 volte più alta) di quella registrata nella popolazione generale francese e britannica. Due terzi dei pazienti sono deceduti per gli esiti di una malattia cardiovascolare (ad es. 5.0 volte maggiore dell’attesa [IC 95%: 3.3-6.7 volte]). Il rischio di morire per malattia cardiaca (n = 21) è stato significativamente più alto nei sopravviventi che avevano ricevuto una dose cumulativa di antracicline superiore a 360 mg/m
2 (rischio relativo [RR] 4.4, IC 95%: 1.3-15.3) e in quelli che avevano ricevuto una dose media di radiazione erogata al cuore che superava i 5 Gy (RR 12.5 e 25.1, rispettivamente per dosi di 5-14.9 Gy e > 15 Gy). Una relazione lineare è stata osservata tra la dose media di radiazione al cuore e il rischio di mortalità cardiaca (stima RR a 1 Gy: 66%).