Crizotinib, a mesenchymal-epithelial transition/anaplastic lymphoma kinase/c-ros oncogene 1 (ROS1) inhibitor, has recently been approved by the US Food and Drug Administration for the treatment of patients with advanced ROS1-positive non–small-cell lung cancer (NSCLC). Therefore, interest in ROS1 testing is growing. ROS1 gene fusions affect approximately 0.5% to 2% of unselected NSCLCs. Limited data are available on the prevalence and distribution of ROS1 … (leggi tutto)
Nell’era della medicina di precisione, ma in una realtà che continua a non favorirla (nello specifico per il tumore polmonare in stadio avanzato la problematica maggiore resta la disponibilità di tessuto), avere indicazioni come quelle descritte in questo paper è sicuramente di aiuto. È già percezione comune che la distribuzione delle alterazioni molecolari in sottogruppi di pazienti (ad esempio in soggetti di età inferiore ai 40 anni al momento della diagnosi) sia diversa rispetto all’intera popolazione, cosi come esistono molti dati che sottolineano differenze di genere anche per la patologia oncologica del torace, pur non essendoci al momento diverse indicazioni né in termini di diagnosi né per l’impostazione di terapia che si basino sul sesso del paziente. Il lavoro di Marchetti e coll. sottolinea in modo chiaro una correlazione fra ROS1, la giovane età alla diagnosi, l’assenza di storia di fumo e il sesso femminile, proponendo anche un diagramma di facile lettura ed interpretazione.La frequenza di questa alterazione aumenta drasticamente da quella riportata (intorno all’1% nella popolazione degli adenocarcinomi) con l’arricchimento della popolazione secondo le caratteristiche sopra esposte. Le agenzie regolatorie del farmaco statunitense ed europea hanno già approvato crizotinib per i pazienti con positività per questo marcatore. Pertanto, con la speranza di avere presto il farmaco disponibile anche in Italia per questa indicazione, ogni suggerimento su come meglio individuare pazienti potenzialmente positivi è oltremodo attuale.