Nei pazienti in stadio avanzato, il tempo alla progressione è più lungo con la combinazione, rispetto al solo agente target, anche se la sopravvivenza globale non migliora
Per comparare il tempo alla progressione (TTP) e la sopravvivenza globale (OS) in pazienti con carcinoma epatico in stadio avanzato, sottoposti a trattamento combinato di sorafenib e chemio-embolizzazione endoarteriosa (TACE) vs la monoterapia con l’agente target, ricercatori dell’Asan Liver Center e Asan Medical Center, University of Ulsan College of Medicine, di Seul hanno condotto un’analisi retrospettiva dei dati, approvata dal comitato di revisione dell’istituto, dopo aver ottemperato agli obblighi di consenso informato. Dei 355 pazienti con carcinoma epatico in stadio avanzato (Barcelona Clinic Liver Cancer [BCLC] in stadio C), che avevano ricevuto sorafenib per almeno 5 settimane tra aprile 2007 e luglio 2011, 164 (46.2%) sono stati sottoposti a TACE ripetuta (o chemio-lipiodolizzazione, se indicato) durante il trattamento con sorafenib (gruppo di terapia combinata), mentre i rimanenti 191 pazienti (53.8%) erano stati trattati con solo sorafenib (gruppo di monoterapia). L’età mediana dei pazienti era 53 anni (range: 22 – 84): 53 anni (range: 26 – 84) nei maschi e 56 anni (range: 22 – 75) nelle femmine. Metodi basati sul punteggio di propensione sono stati utilizzati per minimizzare i bias durante la valutazione del TTP con i criteri RECIST (Response Evaluation Criteria in Solid Tumors) modificati e della sopravvivenza globale. L’analisi statistica è stata condotta con metodo di Kaplan-Meier utilizzando il test ‘log-rank’ e modelli di regressione di Cox. I risultati dello studio pubblicato sulla rivista Radiology (leggi abstract) indicano che il 64.6 e il 49.2% dei pazienti rispettivamente nel gruppo di terapia combinata e di monoterapia presentava invasione vascolare, l’87.8 e il 91.1% solo metastasi extraepatica e il 54.3 e il 47.1% entrambi. Durante il follow-up (durata mediana 5.5 mesi), TTP e OS mediani erano più lunghi nel gruppo di terapia combinata che in quello di monoterapia (TTP: 2.5 vs 2.1 mesi; p = 0.008; OS: 8.9 vs 5.9 mesi; p = 0.009). In analisi univariata e multivariata successiva, l’aggiunta di TACE era fattore predittivo indipendente di TTP e OS favorevoli (hazard ratio aggiustati: rispettivamente 0.74 e 0.57; p < 0.05 per entrambi), in accordo con gli esiti di probabilità inversa del peso del trattamento. Nella coorte di abbinamento al punteggio di propensione (96 paia), il TTP mediano nel gruppo di terapia combinata era significativamente più lungo di quanto osservato in quello di monoterapia (rispettivamente 2.7 vs 2.1 mesi; p = 0.011), ma la OS mediana non lo era (9.1 vs 6.7 mesi; p = 0.21). In conclusione, in questo studio retrospettivo, la combinazione di TACE con sorafenib è risultata superiore al solo agente target nel prolungare il tempo alla progressione nei pazienti con carcinoma epatico in stadio avanzato, indipendentemente da un miglioramento della sopravvivenza globale.Liver Cancer Newsgroup – Numero 9 – Settembre 2013