Infarti cerebrali silenti si manifestano in un piccolo ma significativo numero di neonati con anemia falciforme (AF) anche entro un anno dalla nascita. Questa osservazione ribadisce la necessità di una valutazione cerebrale precoce in questi neonati per poter sviluppare adeguate strategie d’intervento. Ricercatori statunitensi hanno impiegato, nell’ambito dello studio BABY-HUG (multicentrico randomizzato in doppio cieco di fase III su idrossiurea pediatrica), la risonanza magnetica (RM) cerebrale in neonati con AF per determinare il danno al sistema nervoso centrale e il momento della sua comparsa. I criteri di eleggibilità per l’arruolamento nello studio erano una determinazione basale di imaging mediante RM (RMI) cerebrale ed angiografia in RM (ARM) cerebrale. Negli 8 centri clinici coinvolti nello studio è stato utilizzato un protocollo standardizzato di RM. I risultati di RMI e ARM sono stati valutati da un gruppo di 3 neurologi/neuroradiologi ed inviati al centro coordinatore. I risultati sono stati successivamente correlati all’età del paziente, al sesso, alla storia clinica, al numero di globuli bianchi, piastrine, emoglobina (Hb), al livello di HbF, al punteggio della Bayley Scales of Infant Development e alla velocità calcolata dall’ecoDoppler transcranico (EDT). Nello studio pubblicato in Pediatric Blood Cancer (
leggi abstract originale) sono stati studiati 23 neonati con AF (età media 13.7 mesi; range: 10-18 mesi), di cui 13 maschi. Tre hanno mostrato infarti silenti alla RMI (13%; IC: 3-34%), 2 nell’area frontale e uno bilaterale, nessuno aveva anomalie rilevate alla ARM. Le lesioni sono state correlate ad aumentata velocità di flusso nelle sezioni cerebrali destre, valutata mediante EDT, e a bassi livelli di HbF, ma nessuna correlazione è stata osservata con età, storia clinica, livello di Hb, punteggio di sviluppo o velocità nelle sezioni sinistre cerebrali.
SIEnews – Numero 23 – 4 dicembre 2008