I dati dello studio pubblicato sulla rivista Oncology (
leggi abstract) suggeriscono che, nelle donne non fragili con più di 70 anni, trastuzumab mostra un buon profilo di sicurezza. Questi risultati favorevoli possono essere correlati a un basso numero di pre-trattamenti con antracicline, alla selezione delle pazienti e a un attento monitoraggio cardiologico. Il tumore mammario nelle pazienti anziane è associato a tassi elevati di recidiva e mortalità, specialmente a causa di un sotto-trattamento. L’iper-espressione di HER2 (human epidermal growth factor receptor type 2) non è frequente nelle pazienti più anziane e la chemioterapia contenente trastuzumab è spesso non somministrata in queste donne per la sua cardiotossicità. I ricercatori dell’Università di Messina e Palermo hanno revisionato retrospettivamente le cartelle mediche di pazienti con tumore mammario HER2-positivo consecutive di età ≥ 70 anni trattate tra il 2005 e il 2010 presso i centri partecipanti. Tutte le pazienti sono state sottoposte a valutazione multidimensionale geriatrica (MGA). Tra le 59 pazienti identificate, 51 erano valutabili (età mediana 76 anni). Il tasso di qualsiasi evento avverso è risultato pari al 20% (10 su 51 pazienti). L’evento avverso cardiaco più rilevante consisteva nello scompenso cardiaco congestizio (CHF; n = 1; 2%) sintomatico, seguito da riduzioni asintomatiche della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF; n = 6; 12%). Altre tossicità includevano reazioni di ipersensibilità moderata durante le infusioni di trastuzumab (n = 3; 6%), mentre ipertensione, obesità, precedente esposizione ad antracicline e chemioterapia concomitante erano associate a una più alta incidenza di eventi tossici. La somministrazione di precedente radioterapia, una terapia endocrina concomitante e regimi diversi contenenti trastuzumab non sembravano influenzare la tossicità. In conclusione, i dati di questo studio suggeriscono che trastuzumab possiede un buon profilo di sicurezza quando somministrato a donne di età ≥ 70 anni non fragili. Questi risultati favorevoli possono essere correlati a un basso numero di pre-trattamenti contenenti antracicline, alla selezione delle pazienti e a uno stretto monitoraggio cardiologico.