La revisione patologica modifica la classificazione istologica linfonodale nel 24% dei casi; principalmente innalzando lo stadio e quindi mostrando una potenziale rilevanza clinica per le singole pazienti. Nello studio MIRROR (Micrometastases and Isolated tumor cells: Relevant and Robust Or Rubbish?), lo stadio pN0(i+) e pN1(mi) sono stati associati a una ridotta sopravvivenza libera da malattia (DFS) a 5 anni rispetto a pN0. Lo stato linfonodale è stato valutato dopo revisione patologica centrale e nuova stadiazione utilizzando la sesta classificazione AJCC. Gli autori olandesi hanno esaminato l’impatto della revisione patologica in uno studio, pubblicato sulla rivista Annals of Oncology (
leggi abstract), in cui sono state incluse pazienti con tumore mammario in stadio iniziale, favorevole, pN0, pN0(i+) o pN1(mi), secondo la classificazione attribuita da patologi locali dopo esame del linfonodo sentinella. Lo studio ha valutato l’impatto della revisione patologica sullo stato linfonodale (n = 2842) e sulla DFS a 5 anni in pazienti che non hanno ricevuto terapia adiuvante (n = 1712). In sintesi, il 22% delle 1082 pazienti con stadiazione iniziale pN0 ha visto adeguare la stadiazione a un livello più alto. Tra le 623 pazienti originariamente in pN0(i+), l’1% ha ricevuto una stadiazione più bassa e il 26% più alta, mentre tra le 1137 pazienti in stadio pN1(mi), al 15% è stato assegnato uno stadio più basso e all’11% più alto. Inizialmente, la DFS a 5 anni era dell’85% nelle pazienti in stadio pN0, del 74% in pN0(i+) e del 73% in pN1(mi), con un rapporto di rischio (HR) rispettivamente di 1.70 (intervallo di confidenza [IC] 95%: 1.27 – 2.27) e di 1.57 (IC 95%: 1.16 – 2.13), relativamente a pN0. Dopo revisione della stadiazione, la DFS a 5 anni è risultata dell’86% per pN0, del 77% per pN0(i+), del 77% per pN1(mi) e del 74% per pN1+. In conclusione, dopo revisione patologica la classificazione dello stato linfonodale è stata modificata nel 24% dei casi, assegnando prevalentemente una stadiazione più alta, con una potenziale rilevanza clinica per ogni singola paziente. L’associazione di cellule tumorali isolate e micrometastasi con l’esito è invece rimasta invariata. Gli autori dello studio suggeriscono quindi l’inclusione della stadiazione linfonodale, nel controllo di qualità del tumore mammario.