Preclinical evidence suggests a possible negative impact of deleterious BRCA mutations on female fertility. However, limited and rather conflicting clinical data are available. This study assessed the reproductive potential and performance of fertility preservation strategies in BRCA-mutated breast cancer patients. This was a retrospective analysis of two prospective studies investigating oocyte cryopreservation and ovarian tissue cryopreservation in newly diagnosed early breast … (leggi tutto)
L’analisi retrospettiva pubblicata su
Annals of Oncology è stata condotta in una casistica di donne con diagnosi di carcinoma della mammella occorso in giovane età (età mediana pari a 31 anni), che si erano sottoposte a tecniche di criopreservazione ovocitaria e del tessuto ovarico. Scopo dell’analisi era quello di descrivere l’eventuale impatto della presenza di mutazione di BRCA sulla fertilità e sulla
chance di successo delle tecniche di conservazione della fertilità. Pur non evidenziando differenze statisticamente significative tra le pazienti con mutazione di BRCA e le pazienti non portatrici di mutazione, l’analisi ha documentato nel gruppo di donne BRCA mutate un livello mediano di ormone antimulleriano più basso, un numero di ovociti utili per la criopreservazione minore nelle donne che si erano sottoposte alla criopreservazione degli ovociti e un numero di ovociti minore anche nelle donne che si erano sottoposte alla criopreservazione di tessuto ovarico. “Il messaggio principale del nostro lavoro – sottolinea il primo autore, Matteo Lambertini – è che le tecniche di crioconservazione (ovocitaria e del tessuto ovarico) per la preservazione della fertilità nelle pazienti con carcinoma mammario sono possibili anche in donne portatrici di mutazione BRCA. Tuttavia, non si può escludere che queste pazienti abbiano un potenziale riproduttivo ridotto e che le tecniche di preservazione della fertilità abbiano una minore performance rispetto a quella osservata nelle pazienti senza mutazione BRCA. La crioconservazione ovocitaria rimane la prima tecnica di preservazione della fertilità da proporre alle pazienti con carcinoma mammario incluse quelle portatrici di mutazione BRCA; la crioconservazione del tessuto ovarico può essere considerata anche in questo ambito, ma in pazienti diagnosticate in età molto giovane, alcuni anni prima dell’età raccomandata per la chirurgia ginecologica profilattica”.