I risultati di un follow-up di più di dieci anni suggeriscono un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione biochimica e del controllo locale con l’irradiazione post-operatoria, rispetto ad una politica di ‘wait and see’, confermando i risultati di un follow-up a 5 anni, anche se gli ‘outcome’ di sopravvivenza libera da progressione clinica non sono mantenuti. I ricercatori afferenti ai Radiation Oncology and Genito-Urinary Groups dell’European Organisation for Research and Treatment of Cancer (EORTC) hanno esaminato i risultati a lungo termine dello studio clinico EORTC 22911 che aveva comparato la radioterapia post-operatoria immediata con una politica di osservazione (‘wait and see’) in pazienti con tumore della prostata esteso al di fuori della ghiandola, per confermare i precedenti risultati di sopravvivenza libera da progressione. Lo studio controllato, randomizzato, di fase 3, pubblicato sulla rivista The Lancet (
leggi abstract), aveva arruolato pazienti fino a 75 anni con tumore della prostata cT0-3 non trattato (performance status WHO 0 o 1) in 37 centri europei. I pazienti eleggibili sono stati randomizzati centralmente (1:1) a irradiazione post-operatoria (60 Gy di radioterapia convenzionale sul letto chirurgico per 6 settimane) oppure a osservazione fino alla progressione biochimica (incremento di antigene prostatico specifico > 0.2 μg/L confermato per 2 volte ad almeno due settimane di distanza). I ricercatori europei hanno analizzato l’endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione biochimica con la misura ‘intention-to-treat’ (test a due code di differenza α = 0.05, aggiustato con analisi ad interim) e analisi esplorative di eterogeneità dell’effetto. Dei 1005 pazienti, 503 sono stati randomizzati all’osservazione e 502 a irradiazione post-operatoria e sono stati seguiti per un periodo mediano di 10.6 anni (range: 2 mesi – 16.6 anni). I risultati di questa analisi indicano che la radioterapia post-operatoria ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione biochimica, rispetto all’osservazione (39.4%, con 198 dei 502 pazienti con la radioterapia post-operatoria, vs 61.8%, con 311 dei 503 pazienti nel gruppo ‘wait and see’, che hanno manifestato progressione biochimica o clinica o sono deceduti; HR 0.49, IC 95%: 0.41 – 0.59; p < 0.0001). Eventi avversi tardivi (di ogni tipo e grado) erano più frequenti nel gruppo sottoposto a irradiazione post-operatoria rispetto al gruppo in osservazione (incidenza cumulativa a 10 anni: 70.8%, IC 95%: 66.6 – 75.0, vs 59.7%, IC 95%: 55.3 – 64.1; p=0.001). In conclusione, i risultati dopo un follow-up mediano di 10.6 anni hanno mostrato che la radioterapia convenzionale post-operatoria ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione biochimica e il controllo locale rispetto alla politica di osservazione, confermando i risultati del follow-up a 5 anni. Tuttavia, i miglioramenti sulla sopravvivenza libera da progressione clinica non sono stati mantenuti. Analisi esplorative suggeriscono che l’irradiazione post-operatoria potrebbe migliorare la sopravvivenza libera da progressione clinica nei pazienti che non hanno compiuto 70 anni e in quelli con margini chirurgici positivi, ma potrebbe avere un effetto dannoso nei pazienti più anziani, over-70.