The ICON6 trial showed that cediranib, an oral inhibitor of vascular endothelial growth factor receptors 1, 2, and 3, improved clinical outcomes for patients with platinum-sensitive relapsed ovarian cancer when it was used with chemotherapy and was continued as maintenance therapy. This study describes health-related quality of life (QOL) during the first year of treatment. Four hundred fifty-six women were randomly allocated to receive standard chemotherapy only, chemotherapy with … (leggi tutto)
Lo studio riporta i dati di qualità di vita delle 456 pazienti trattate nell’ambito dello studio randomizzato di fase III ICON 6 che randomizzava pazienti con recidiva platino-sensibile di carcinoma ovarico a ricevere una chemioterapia a base di platino vs la stessa chemioterapia in combinazione a cediranib, un TKI inibitore con profilo antiangiogenico. Lo studio aveva registrato un vantaggio significativo in PFS nelle pazienti trattate nel braccio sperimentale a fronte di una non trascurabile tossicità che aveva convinto l’azienda a ritirare la richiesta di approvazione del farmaco nel
setting di malattia platino-sensibile. Oggi lo studio di qualità di vita suggerisce non esserci un peggioramento significativo della qualità di vita nelle pazienti trattate nel braccio sperimentale rispetto al gruppo controllo e questa considerazione apre due possibili scenari: non abbiamo strumenti adeguati per misurare la qualità di vita nelle nostre pazienti oppure da clinici sopravvalutiamo alcune tossicità e questo si traduce nella perdita di opportunità di cura nelle nostre ammalate? Dovremo seriamente interrogarci sulla risposta per capire in che direzione dirigere la ricerca futura dei nuovi farmaci in oncologia.