martedì, 22 ottobre 2024
Medinews
31 Luglio 2012

PROSTATECTOMIA RADICALE VS OSSERVAZIONE NEL CANCRO PROSTATICO LOCALIZZATO

Nei pazienti con cancro localizzato della prostata, la resezione radicale non sembra ridurre significativamente la mortalità specifica e per tutte le cause, rispetto all’osservazione, almeno per i primi 12 anni di follow-up. L’efficacia della chirurgia rispetto all’osservazione nei pazienti con tumore della prostata localizzato, rilevato con l’esame dell’antigene prostatico specifico (PSA), non è nota. Lo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine (leggi abstract) ha randomizzato, tra novembre 1994 e gennaio 2002, 731 pazienti con tumore localizzato della prostata (età media 67 anni; PSA mediana 7.8 ng/mL) a prostatectomia radicale od osservazione; i pazienti sono stati seguiti fino a gennaio 2010. Outcome primario era la mortalità per tutte le cause, quello secondario la mortalità per il cancro alla prostata. Durante il follow-up mediano di 10.0 anni si sono verificati 171 decessi tra i 364 pazienti assegnati a prostatectomia (47.0%), rispetto a 183 nei 367 pazienti assegnati all’osservazione (49.9%) (hazard ratio [HR] 0.88; intervallo di confidenza [IC] 95%: 0.71 – 1.08; p = 0.22; con una riduzione del rischio assoluto di 2.9 punti percentuali). Nel gruppo di pazienti assegnati a prostatectomia radicale, 21 sono deceduti per tumore della prostata o per il trattamento (5.8%), rispetto ai 31 assegnati all’osservazione (8.4%) (HR 0.63; IC 95%: 0.36 – 1.09; p = 0.09; con una riduzione del rischio assoluto di 2.6 punti percentuali). Il gruppo di ricercatori del Prostate Cancer Intervention versus Observation Trial (PIVOT) ha osservato che l’effetto del trattamento sulla mortalità per tutte le cause e per cancro alla prostata non variava con l’età, la razza, altre condizioni coesistenti, l’autovalutazione del performance status o con le caratteristiche istologiche del tumore. La prostatectomia radicale è stata associata ad una ridotta mortalità per tutte le cause nei pazienti con valori di PSA superiori a 10 ng/mL (p interazione = 0.04) e possibilmente anche in quelli con tumori a rischio intermedio o alto (p interazione = 0.07). Eventi avversi entro i primi 30 giorni dalla procedura chirurgica si sono manifestati nel 21.4 % dei pazienti, incluso un decesso. In conclusione, gli autori confermano che tra i pazienti con tumore localizzato della prostata, rilevato nei primi anni di applicazione del test del PSA, la prostatectomia radicale non riduce significativamente la mortalità per tutte le cause e per cancro alla prostata rispetto all’osservazione durante un follow-up di almeno 12 anni. Le differenze assolute erano infatti inferiori ai 3 punti percentuali.
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