Ricercatori dell’Università di Padova e Verona e dell’Istituto Oncologico Veneto hanno condotto uno studio retrospettivo sui dati clinici e patologici relativi a 388 pazienti trattati chirurgicamente per carcinoma renale a cellule chiare tra il 1986 e il 2000. L’analisi è stata svolta da un patologo indipendente, che non conosceva gli esiti clinici dei pazienti. Tutti i pazienti sono stati classificati secondo il modello SSIGN (Stage, Size, Grade and Necrosis) e UISS (University of California, Los Angeles, Integrated Staging System). L’accuratezza predittiva dei due modelli è stata valutata usando curve ROC (receiver operating characteristics). Lo studio, pubblicato nel British Journal of Urology International (
leggi abstract originale), ha rilevato ad un follow-up mediano di 56 mesi, una probabilità di sopravvivenza cancro-specifica (CSS) a 10 anni del 96%, secondo il modello SSIGN nei casi posti in categoria 0-2, del 78% nei casi in categoria 3-4, del 43% in quelli in 5-6, del 25.8% in 7-9 e dello 0% nel gruppo ≥ 10 (p < 0.001). Secondo il modello UISS, nei pazienti non in metastasi le probabilità di CSS a 10 anni erano del 100% nel gruppo a basso rischio, del 73% nel gruppo a rischio intermedio e del 62% in quello ad alto rischio. Nei pazienti metastatici, le probabilità di CSS erano rispettivamente del 37%, 33% e del 12.5% (p < 0.001). L’area sotto la curva ROC era 0.870 per il modello SSIGN e 0.832 per l’UISS. Considerando solo i pazienti non metastatici, l’area sotto la curva era 0.830 con il modello SSIGN e 0.760 per l’UISS. Questo studio mostra per la prima volta che il modello SSIGN offrirebbe una migliore stratificazione dei casi di carcinoma renale a cellule chiare rispetto al modello UISS: questi risultati dovrebbero quindi essere considerati nel disegno dei prossimi studi clinici controllati randomizzati.